Pensionati, una risorsa a cui attingere. Appello alle istituzioni a coinvolgerli in progetti utili per la comunità

I pensionati trevigiani sono tra i più “poveri” del Nord Italia, i più “poveri” del Veneto, sopra solo a Rovigo. Dai dati diffusi qualche giorno fa dall’Inps rilevano che nel 2011 (ultima annata consolidata) ciascuno dei 223.471 pensionati trevigiani riceveva in media 15.578,30 euro annui, sotto la media nazionale di 16.329,4. In ogni caso molto lontani dalla città in vetta alla classifica, Roma, coi suoi 20.306 euro o Milano, regina del Nord, con 19.739 euro.

«È un bene che qualcun altro abbia sollevato il problema, se lo sollevano direttamente i pensionati nessun crede loro – commenta Mariarosa Battan, presidente di CNA Pensionati Treviso e vicepresidente di CNA nazionale -. In provincia di Treviso la vita costa di più che al Sud, quindi un pensionato fatica maggiormente a far fronte alle incombenze quotidiane. Se poi è un pensionato dell’artigianato ancora di più. Questi dati scardinano un pensiero diffuso e cioè che nel Nordest tutti stiano bene.  Non è più così, purtroppo, e a pagare il prezzo sono anche i pensionati che spesso si trovano a dover far fronte anche alla perdita di lavoro dei figli e al mancato ingresso nel mondo del lavoro dei nipoti».

Per Battan, il futuro dei pensionati è nella messa a punto di nuove forme di welfare, che prevedano anche il co-housing, l’abitare insieme, condividendo risorse per mantenere, aiutandosi, una buona qualità di vita. Ogni progetto di questo tipo, stimolato dalle Amministrazioni comunali, come quella di Treviso, è da tenere in grande considerazione, secondo Battan.

Anche perché i pensionati, hanno molto da dare alla comunità, disponendo di una risorse fondamentale che altre categorie non hanno: il tempo. Il tempo da dedicare ai beni comuni, alla solidarietà, al volontariato.

«L’auspicio è che il Pubblico non si dimentichi sempre dei pensionati, attualmente scomparsi da qualunque provvedimento del Governo – conclude la presidente di CNA Pensionati -. E che soprattutto non si dimentichino di loro le istituzioni locali e li prevedano nelle loro progettualità: azioni a contrasto dell’invecchiamento attivo hanno ricadute importanti nel contenimento dei costi sanitari e nella crescita della coesione sociale, il bene più prezioso oggi insieme al lavoro per i giovani».