Commercio e turismo: “Essere convinti, credere e investire”. Ecco come CNA vuole rilanciarli La storia di Luca Tonini, emblema di un'economia che cambia

La storia di Luca Tonini

La storia emblematica di un’economia che cambia è quella di Luca Tonini, imprenditore del settore edile-immobiliare, che qualche anno fa, sotto la spinta della crisi nera del comparto casa iniziata nel 2007-2008 che ha spazzato via migliaia di imprese, a fronte di invenduti e pagamenti che non arrivavano più, ha riconvertito la sua attività, ha «cambiato pelle». Oggi è un affermato operatore del settore turistico: la sua disponibilità edilizia è diventata una sorta di “albergo diffuso” e ora sta per aprire uno dei più grandi ostelli di Firenze.

Tonini, che anche in virtù della sua creatività imprenditoriale è diventato presidente nazionale di CNA Commercio e Turismo, ha raccontato la sua storia ieri sera, a Montebelluna, al convegno “Il ruolo del commercio e del turismo nell’economia trevigiana”, organizzato da CNA in collaborazione con la Camera di Commercio Treviso-Belluno nell’ambito del progetto “Connessi al Cambiamento”.

«La mia vicenda testimonia di un modello sicuramente esportabile nel resto d’Italia – ha aggiunto – tanto più in un’area vivace e creativa come la Marca Trevigiana e il Nordest in genere, che è una delle piattaforme economiche che mandano avanti il Paese. Basta quindi essere convinti, crederci e investire, sapendo far diventare le tecnologie digitali, la rete e la globalizzazione alleati preziosi».

CNA rappresenta ora anche il Commercio e il Turismo

Del ruolo stretto tra artigianato, commercio e turismo si è parlato diffusamente nel corso della serata che si è svolta presso la sala convegni Hotel San Marco a testimonianza dell’apertura di CNA alla rappresentanza di attività imprenditoriali anche del commercio e del turismo grazie alla modifica statutaria recepita a febbraio.

«CNA, con il rinnovamento dello statuto, ha aperto l’Associazione a tutta una serie di imprese che prima le erano precluse, tra cui appunto quelle del commercio e del turismo  – ha spiegato il presidente di CNA Treviso Alfonso Lorenzetto -. Possiamo così mettere a servizio anche di queste attività il nostro know-how. Lavoreremo per creare una task force, che coinvolga non solo il mondo dell’impresa ma anche la politica e le istituzioni su progetti di incoming, per far sì che il turismo, i cui dati sono confortanti, diventi uno straordinario volano di rilancio della nostra economia».

Dal 2008 al 2016 moria di imprese nel Commercio

A offrire una fotografia precisa dello stato dell’arte del commercio e del turismo nella nostra provincia è stata la presidente di CNA Montebelluna Antonella Cazzolato, rilevando che commercio e turismo nella nostra provincia hanno affrontato il periodo di crisi con esiti diversi: durante l’arco temporale che va dal 2008 al 2016, il settore del commercio ha subito una forte contrazione, mentre il turismo, dopo un periodo di difficoltà, si sta riprendendo.

Del commercio, il comparto più colpito è stato quello al dettaglio che solo l’anno scorso ha perso ulteriori 88 unità. Per il commercio infatti il 2016 è stato un anno ancora difficile, anche se la Marca ha assistito ad un rallentamento delle chiusure sia nell’alimentare che nel non-alimentare e ad una ripresa della vendite di autoveicoli, dei prodotti dell’elettronica e, più in generale, delle vendite on-line.

Attualmente, in provincia di Treviso, le imprese del commercio sono 21.465, di cui 2.649 nel territorio montebellunese.

Nonostante la continua diminuzione di imprese (meno 128 unità in un anno in tutta la provincia, meno 45 unità solo nel montebellunese), il commercio continua a rappresentare una parte importante del terziario, pari al 39% delle imprese.

Come si combatte la crisi del commercio?

«La moria di attività è stata causata sia dalla crisi economica che ha ridotto sensibilmente il potere d’acquisto della popolazione sia dalla concorrenza dei grandi centri commerciali. Noi piccoli commercianti, con negozi di vicinato – ha scandito Cazzolato che gestisce un negozio a Caerano San Marco – sentiamo come un’esigenza primaria per la nostra sopravvivenza lo STOP alla proliferazione della grande distribuzione che ha invaso le nostre comunità. In particolare va messo uno STOP all’apertura selvaggia durante le festività che penalizza i piccoli commercianti esterni dei centri storici: le aperture durante le festività vanno ridotte nel numero e programmate in coincidenza delle principali ricorrenze religiose o degli avvenimenti rilevanti organizzati nel territorio».

Limitarsi a combattere la grande distribuzione, tuttavia, non è una scelta vincente, secondo CNA. Vanno contemporaneamente rilanciati i centri storici delle città, veri e propri centri commerciali naturali. La vitalità delle nostre città, la vita stessa delle nostre comunità, che si basa sulle relazioni, sull’incontro, sul tempo libero da condividere, è strettamente legata al rilancio dei centri storici. E il rilancio dei centri si fonda, in buona parte, sul rilancio del commercio di vicinato. Il quale deve essere necessariamente di qualità, fondato su prodotti di pregio, con servizi adeguati; deve essere di valore per armonizzarsi con le bellezze architettoniche, artistiche, con l’offerta culturale dei centri storici delle nostre città. La concorrenza della grande distribuzione – in contesti spesso alienanti, comunque privi di bellezza, di arte, di cultura – si può battere solo creando alternative di qualità.

«Io credo, io spero, che i nostri amministratori locali siano consapevoli di questo, e che condividano con noi questa battaglia – ha concluso Cazzolato -. A loro, ai nostri sindaci e consiglieri comunali, a chi ha responsabilità nelle istituzioni locali, e alle autorità competenti, chiediamo  anche maggior impegno a tutela delle imprese e dei consumatori contro l’abusivismo e la contraffazione dei prodotti, e chiediamo di condividere campagne di sensibilizzazione, da portare avanti con le associazioni di categoria e dei consumatori, per creare un senso critico nell’attività di consumo a difesa degli acquirenti che sono continuamente, selvaggiamente, bersagliati con messaggi distorti sulla scontistica “pazza” che va regolamentata».

Un messaggio colto dal sindaco di Montebelluna di Marzio Favero, presente all’iniziativa che ha ricordato come la stessa storia artigianale e industriale di Montebelluna, segnata dal fortunato distretto dello sport system, ha avuto la sua origine e la sua spinta propulsiva nella fortissima vocazione commerciale della città, il cui centro storico nacque nell’Ottocento come un grande emporio a cielo aperto.

Il turismo esperienziale:
volano di sviluppo per la Marca Trevigiana

A differenza del commercio, il turismo è invece un settore che anche nel corso del 2016 ha segnato una crescita significativa.  Rappresenta un valore aggiunto importante per l’economia della Marca Trevigiana, contribuisce alla crescita economica, creando posti di lavoro e aumentando la produttività delle imprese e il reddito. In questi anni c’è stata una crescita positiva della ristorazione, degli alberghi, dei bar e delle strutture ricettive.

Nel 2016 in provincia di Treviso si contavano 7.190 imprese turistiche. Di queste ben 3.295, quasi la metà, operano nel montebellunese, più 25 rispetto l’anno precedente.

Per la Marca Trevigiana la parola d’ordine deve diventare “turismo esperienziale” che è quello che sempre di più ricercano oggi i nuovi turisti, i quali secondo Cristiano Tomei, responsabile nazionale di CNA Commercio e Turismo, sono più simili ai viaggiatori umanisti che scendevano in Italia nei secoli scorsi alla scoperta della Penisola che al turista mordi e fuggi da grandi circuiti internazionali di qualche anno fa.

«I dati ci dicono che il 30% del tempo di una vacanza in località marina o montana – ha detto Tomei – è spesa nelle città d’arte delle vicinanze, dove i viaggiatori cercano conoscenza profonda di un territorio a cominciare dai suoi prodotti e dai suoi produttori, relazioni con la gente del luogo, esperienze vere, incontri. La Marca Trevigiana che possiede una varietà straordinaria di città d’arte, di paesaggi, di produzioni, di attività sportive ha un potenziale enorme da sviluppare».

Per Tomei, insomma, «bisogna affrontare in modo unico il rilancio delle realtà del commercio, del turismo e dell’artigianato, che rappresentano la ossatura di questo territorio, l’identità di questi posti».

«Deve essere attuata – ha concluso – una politica che miri non solo alla tutela ma anche al rilancio di ciò che queste attività riescono a mettere in campo – che è qualcosa di veramente unico per qualità ed eccezionalità e non si riscontra in nessun altro Paese continentale, e ci è invidiata in tutto il mondo. Il nostro compito come Associazione di categoria è far capire alle istituzioni che questo sistema va difeso e incentivato attraverso una sinergia di tutte le forze».


 

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