La manovra economica disincentiva la natalità

«Una manovra che penalizza le donne e la famiglia». Catia Olivetto, presidente di CNA Impresa Donna, bolla in questi termini la manovra di stabilizzazione economica e finanziaria approvata dal Senato e ora al vaglio della Camera.

CNA Impresa Donna contesta innanzitutto la decisione di anticipare al 2014 l’innalzamento dell’età pensionabile delle donne del settore privato, senza aver tenuto conto che esse sono una stampella del sistema di welfare, perché di fatto svolgono un lavoro triplo – la cura della casa, della famiglia e le mansioni in azienda – quindi quando si mettono in campo azioni per attuare la parità di genere bisogna, questa parità, misurarla sulla base di parametri oggettivi di usura della vita.

«Agganciare l’età pensionabile alle aspettative di vita è un principio corretto dal punto di vista teorico – continua Olivetto –, ma per non renderlo ingiusto bisognerebbe sgravare le donne di tutta quella mole di lavoro, non riconosciuto e non remunerato, per far funzionare la famiglia, dalla cura dei figli a quella per gli anziani, a quella della casa».

La tenuta del sistema pensionistico, secondo CNA Impresa Donna, non si ottiene tanto innalzando l’età pensionabile delle donne, quanto piuttosto incentivando la natalità. «Servono figli per pagare le pensioni ai vecchi – rincara Olivetto -. Ma in questa manovra, come in tutta la politica di questo Governo, non troviamo nessuna misura per incentivare le donne di questo Paese a mettere al mondo bambini che sono la vera risorsa, anche economica, di una nazione».

Per Olivetto, è inoltre preoccupante la possibilità, per nulla remota, che il mancato varo della riforma dell’assistenza faccia scattare il taglio lineare di tutte le agevolazioni e detrazioni fiscali per un ammontare di 4 miliardi di euro.

«Sarebbe una mazzata pesantissima per le famiglie con figli, specie quelle con reddito più modesto  – afferma -. Toccare il sistema di detrazioni e deduzioni fiscali significa danneggiare le famiglie perché la maggior parte di quelle misure sono destinate ad esse e si ispirano al principio fiscale della redistribuzione delle risorse. Sarebbe un altro provvedimento che disincentiva la natalità».

Queste, le considerazioni sulla manovra in un’ottica di genere.

CNA Impresa Donna, poi, condivide le critiche della propria Associazione di riferimento che giudica il provvedimento recessivo, con un’incidenza negativa sulla dinamica della crescita e dell’occupazione.

Particolarmente indigesto è l’aumento al 21% dell’Iva che comporterà un costo in più di centinaia di euro l’anno per le famiglie, con effetti depressivi sui consumi e l’aumento dell’evasione fiscale. E anche l’eliminazione del contributo di solidarietà per i redditi sopra i 90 mila, con il rialzo della soglia a 300 mila euro.


 

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