Usura, la CNA chiede la convocazione urgente dell’Osservatorio provinciale

«La Prefettura convochi al più presto l’Osservatorio provinciale antiusura, costituitosi nei mesi scorsi ma non ancora operativo». Lo chiede Alessandro Conte, presidente della CNA provinciale di Treviso. 

«È urgente programmare e mettere in campo azioni per contrastare l’usura, fenomeno pericolosamente in crescita, per evitare che altri imprenditori cadano vittima di strozzini dietro i quali, spesso, si nasconde la criminalità organizzata – continua Conte -. L’usura, oltre a distruggere le attività imprenditoriali che si fanno intrappolare in questa rete, spalanca le porte della nostra economia alle mafie, producendo l’allargamento di un contagio già iniziato e da bloccare prima che ci divori come un cancro».

Nell’ultimo anno, in Veneto, i procedimenti penali per usura sono aumentati del 27,3 per cento. Un dato impressionante ma non sorprendente perché legato alla spaventosa mancanza di liquidità delle aziende e alla sempre maggior indisponibilità delle banche a concedere fidi, e proprio quando le imprese sono in difficoltà. L’usura è il portone d’ingresso da cui le mafie si infiltrano nella nostra economia.

La prevenzione anti-usura la stanno facendo i consorzi fidi della associazioni di categoria che hanno attivato, secondo quanto previsto dalla legge 108/96, il Fondo speciale di prevenzione dell’usura (la legge 108/96 è quella che nel nostro Paese, ha inasprito le pene per chi pratica l’usura, prevedendo anche il sequestro e la confisca dei beni, e ha disciplinato i diritti e le tutele delle vittime).

Tramite il Fondo Antiusura, vengono garantiti prestiti coperti all’80% dal Fondo stesso, al 10% dal fondo rischi dei confidi e al 10% dalla banca.  Per poter continuare a svolgere il loro prezioso e insostituibile ruolo di cordone sanitario dell’economia sana e legale, tuttavia, il Fondo deve essere patrimonializzato. E il rifinanziamento di questo fondo deve essere una priorità dello Stato e degli altri livelli istituzionali! Anche perché l’operatività di questo fondo è aumentata in modo esponenziale dall’inizio della crisi economia.

La Canova, il confidi della CNA, nel 2011, ha deliberato pratiche anti-usura per 500 mila euro (8 casi). Nel 2010, l’ammontare deliberato era stato di 100 mila euro (3 pratiche), cinque volte di meno. L’anno nero della crisi, il 2009, è coinciso invece con una maggior operatività del Fondo (730 mila euro, 13 pratiche), nel 2008 l’ammontare deliberato era stato pari a 250 mila euro (5 pratiche).

«Le richieste sono aumentate e, di conseguenza, anche l’operatività del Fondo, che funge da vero e proprio ammortizzatore sociale per le imprese, impedendo che falliscano o finiscano vittime di strozzini che, quando sono esponenti del crimine organizzato, prestano denaro per rilevare l’attività, succhiarne il valore, e poi farla fallire – spiega Alfonso Lorenzetto, presidente della Canova -. Certo, le nostre “sofferenze”, e cioè le perdite per non restituzione delle rate dei prestiti, sono aumentate dal 2% al 3% e con esse l’erosione del patrimonio. È assolutamente necessario pertanto che lo Stato e gli altri enti rifinanzino i fondi anti-usura dei confidi».

E invece, di fronte ad un’operatività in aumento esponenziale, i fondi statali sono di anno in anno più radi e di importi sempre più esigui. Anzi, è già un vero e proprio miracolo che arrivi qualcosa. «Ogni anno facciamo domanda di finanziamento al Ministero del Tesoro – continua Lorenzetto -. Per 9 anni, dal 2000 al 2008 compresi, però non ci ha più dato nulla. Ci è arrivato qualcosa nel 2009 e poi l’anno scorso ma decurtato del 60%. Serve uno sforzo maggiore da parte delle istituzioni. Non è infatti denaro a fondo perduto. Si tratta di denaro che garantisce finanziamenti dati dalle banche ad aziende sane ma in temporanea grossa difficoltà e che nel 97% dei casi viene restituito. Sono risorse possono contribuire a prevenire storie drammatiche e dolorose come quella coraggiosamente raccontata dall’imprenditore oggi sulla stampa».

La Regione Veneto, invece, non ha mai finanziato i  fondi antiusura dei confidi. Anzi, nel 2011 ha perfino deciso di non finanziare più i confidi stessi e di creare un fondo di 36 milioni presso Veneto Sviluppo che doveva essere operativo da settembre 2011 e invece non è ancora a disposizione delle piccole e medie imprese del Veneto. Una cosa davvero incresciosa.

Per molti imprenditori, poter accedere alle garanzie del Fondo antiusura della Canova è stato fondamentale. Hanno potuto tirarsi fuori da un momento di grave difficoltà causato magari da un mancato pagamento di una consistente commessa, salvare la propria attività, continuare a dare lavoro.

Cos’è l’usura.

L'usura è un reato che consiste nel concedere un prestito a un tasso d'interesse superiore al cosiddetto "tasso soglia", che si calcola aumentando del 50% (in Europa la soglia di tolleranza è del 30%) il tasso effettivo globale medio (TEGM) relativo ai vari tipi di operazioni creditizie, rilevato ogni tre mesi dal Ministero del Tesoro e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale

Quanto vale l’usura in Italia.

Il giro di affari annuo dell'usura in Italia è stimato in 30 miliardi di euro ed interesserebbe 150.000 esercizi commerciali. È altresì stimato che il 36% tale giro di affari sia controllato dal crimine organizzato.

Secondo il XIII rapporto di SOS Impresa “Le mani della criminalità sulle imprese” (gennaio 2012), la mafia Spa è il più grande agente economico in Italia e può contare su 65 miliardi di euro di liquidità, risultando la prima banca del Paese. Per l'indagine, la mafia continua a configurarsi come una holding company articolata su un network criminale fortemente intrecciato con la società, l'economia e la politica, in grado di muovere un fatturato che si aggira intorno ai 140 miliardi di euro con un utile che supera i 100 miliardi al netto di investimenti e accantonamenti. Sono 10mila le imprese che dal 2008 al 2011, hanno chiuso i battenti per debiti o usura.


 

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