Fisco, sì ai controlli NO agli accanimenti contro le PMI e i commercianti

«Apprezziamo l’attività di lotta all’evasione e di repressione delle frodi fiscali della Guardia di Finanza, a cui va tutta la nostra stima e sostegno. Gli evasori sono i principali nemici degli imprenditori onesti perché ci fanno concorrenza sleale. Tuttavia, mettiamo in guardia contro il pericolo di un accanimento contro quelle categorie – l’artigianato, la piccola impresa e il commercio – che già pagano un duro scotto alla crisi economica e a cui certo non va imputato la maggiore responsabilità dell’alta evasione fiscale del nostro Paese».

Lo afferma Alessandro Conte, presidente provinciale della CNA allarmato per le notizie di stampa che danno un panificio di Valdobbiadene “castigato” per uno scontrino da 75 centesimi probabilmente smarrito dal cliente.

La CNA chiede che la lotta all’evasione venga concentrata soprattutto sulle grandi centrali di evasione del fisco, di cui certo non fanno parte le categorie che rappresenta. I numeri lo dicono chiaramente.

L’evasione fiscale in Italia è stimata pari al 17% del PIL, per un ammontare che si aggira intorno ai 270 miliardi di euro annui (stima dell’Istat). L’80% delle piccole e medie imprese soggette agli studi di settore risulta congrua. Quanto vale l’evasione prodotta dal restante 20%? I conti sono presto fatti: stimando una base imponibile di 40-42 mila euro l’evasione prodotta da questo 20% di artigiani e piccoli imprenditori non congrui, posto che siano davvero evasori, non supererebbe i 35 miliardi di euro. E gli altri 235 miliardi di sommerso da chi sono prodotti?

«Quanti scontrini dovrebbero non essere battuti per arrivare a 235 miliardi di evasione? – si chiede Conte –Accanirsi contro gli artigiani, i commercianti, i piccoli imprenditori è facile. Hanno un indirizzo, sono conosciuti al fisco, basta suonare un campanello. Ma noi diciamo allo Stato che vessare i soliti noti è una scelta che non paga. Tutte le aree del Paese e tutte le categorie economiche devono contribuire equamente al risanamento di questo Paese. E soprattutto vanno colpite le vere centrali che producono evasione: gli evasori totali, 7.500 per 50 miliardi di redditi non dichiarati, e ancora di più la criminalità organizzata che ha un fatturato di 140 miliardi l’anno. Le aziende del Nord non possono continuare ad essere spremute e a portare il peso degli atavici mali dell’Italia!».

La CNA è di recente tornata a chiedere, di recente, la sospensione degli studi di settore per tutta la durata della crisi economica perché, nonostante i cosiddetti corretti anticrisi, risultano ancora sovrastimati rispetto ai fatturati in calo di tutto il settore artigiano.

«Con il 2012 siamo entrati tecnicamente in recessione. Allo Stato non chiediamo di aiutarci, chiediamo semplicemente un po’ di benevola neutralità» conclude il presidente della CNA.


 

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