Sottoscritto il Patto territoriale per la Legalità ad argine delle infiltrazioni mafiose

«Noi non vogliamo aspettare il primo Comune sciolto per mafia in provincia di Treviso: il Patto territoriale per la Legalità vuole essere un muro etico ad argine delle infiltrazioni mafiose nella nostra provincia».

Alfonso Lorenzetto, presidente della CNA, ha sintetizzato con queste parole il senso del Patto territoriale per la legalità a difesa dell’economia sana e ad argine delle infiltrazioni mafiose nell’economia, nella società e nella politica trevigiane, presentato questa mattina in Prefettura, alla presenza del prefetto Aldo Adinolfi, dai rappresentanti delle associazioni di categoria, delle organizzazioni sindacali e delle reti antimafia Libera e Avviso Pubblico.

Hanno sottoscritto il documento: ANCE Treviso, Artigianato Trevigiano – Casartigiani Treviso, Cia Treviso, CNA – Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa, Coldiretti Treviso, Confagricoltura Treviso, Confartigianato Marca Trevigiana, Confcommercio Unascom Treviso, Confcooperative, Confesercenti, Legacoop – Ufficio territoriale di Treviso, Unindustria Treviso, Cgil, Cisl e Uil, e, appunto, Libera e Avviso Pubblico.

Nel documento si prende atto che la crisi economica ha reso più fragile il tessuto produttivo locale, da sempre appetibile per la sua ricchezza e soggetto alle incursioni della criminalità organizzata che ricicla nei territori ricchi i proventi dei traffici illeciti, e oggi ancora più esposto alle infiltrazioni mafiose. Si conviene che un sistema territoriale infiltrato dalla criminalità organizzata perde in competitività, in sicurezza lavorativa e sociale, in democrazia e partecipazione, e dunque in benessere e libertà personale e collettiva.

Di fronte a questi dati di fatto e al pericolo concreto di un contagio e di un’infezione che mini la salute della nostra economia e della convivenza civile, le associazioni di categoria e i sindacati della provincia di Treviso hanno deciso di fare la loro parte coordinandosi nel comune impegno a diffondere “una cultura della crescita e dello sviluppo che faccia perno sulla legalità e sulla responsabilità individuale e sociale”.

Hanno deciso di formalizzare e rendere pubblico questo comune compito perché insieme si è più forti e si può meglio supportare con azioni coordinate di prevenzione e vigilanza attiva l’impegnativo lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura.

Nel Patto, iniziativa più unica che rara nel panorama italiano con una mobilitazione così ampia di soggetti del mondo dell’impresa e del lavoro, non ci sono solo principi ma anche impegni concreti che mettono le basi per la costruzione di un percorso condiviso.

I firmatari si sono infatti impegnati a:

  • promuovere presso i propri associati e iscritti l’etica della responsabilità e la cultura della legalità, la lotta alla corruzione, il rispetto delle norme in materia fiscale e del lavoro, in materia di sicurezza sul lavoro e di contrasto al lavoro nero, valorizzando il lavoro regolare
  • promuovere presso i propri associati e iscritti l’adozione di regole mirate a disciplinare la scelta responsabile dei propri partner, subappaltatori e fornitori
  • condividere le buone pratiche di contrasto all’illegalità anche con le istituzioni e le altre forze organizzate della società civile
  • favorire l’estensione dei patti antievasione tra i Comuni e l’Agenzia delle Entrate
  • segnalare tempestivamente alle forze dell’ordine, alla magistratura e alle altre autorità preposte, episodi e comportamenti che violino la normativa vigente
  • promuovere e appoggiare iniziative di informazione e formazione presso i propri associati e iscritti e la cittadinanza tutta sul fenomeno delle infiltrazioni criminali nell’economia e i gravi danni che causano ai territori
  • diffondere presso gli associati e sul territorio la conoscenza di strumenti operativi di prevenzione dell’usura, come i confidi e i fondi antiusura, strumenti essenziali anche per prevenire il fenomeno delle infiltrazioni criminali dell’economia
  • sostenere iniziative mirate di aiuto e accompagnamento rivolte a vittime o possibili vittime di usura e alle vittime del racket delle estorsioni
  • coinvolgere sui principi e intenti del presente Patto territoriale soggetti, istituzioni, enti per ampliare il fronte dell’antimafia sociale nella Marca Trevigiana

Questa iniziativa intende dunque essere il primo passo per costruire e consolidare un “cordone sanitario” attorno alle imprese, ai lavoratori, alle comunità trevigiane grazie all’impegno congiunto delle forze sociali e delle istituzioni della Marca Trevigiana.

Domani sera, giovedì 15 novembre, al centro congresso di Ca’ del Galletto, in via Santa Bona Vecchia 30 a Treviso, si terrà il convegno “Impresa e lavoro per la legalità” che sarà la prima occasione per condividere con la cittadinanza i contenuti del Patto e per rafforzare l’impegno comune.

Si confronteranno Roberto Terzo, sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Venezia, don Marcello Cozzi, vicepresidente nazionale di Libera, Roberto Fasoli, consigliere regionale, primo firmatario del progetto di legge regionale antimafia, e Giuliano Rosolen, direttore provinciale della CNA.

 

 


 

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