Malaburocrazia, imprenditore assume disabile nel 2009 ma il contributo regionale non arriva

Imprenditore assume disabile nel 2009 e, dopo due anni, non ha ancora ricevuto il contributo regionale. È la burocrazia, quella che tutti i governi, nazionale e regionali, di ogni colore politico, dicono di voler combattere e che invece è sempre là, mastodontica, irremovibile, lentissima anche negli atti dovuti. In questo quadro fosco è la competitività delle imprese ad essere penalizzata. Delle imprese trevigiane che ogni giorno si trovano a dover competere con realtà straniere che hanno costi e tempi della burocrazia molto più bassi di quelli italiani.

La spiacevole vicenda è capitata ad un’azienda tessile di Montebelluna, socia CNA, che il 6 aprile 2009 aveva assunto come apprendista una ragazza disabile. Tale assunzione beneficia dei contributi previsti dalla Regione Veneto, nei limiti stabiliti dal “Fondo per il diritto al lavoro dei disabili”. In questo caso, visto il livello di disabilità della lavoratrice, il contributo pubblico è destinato a coprire il 60% del costo salariale, circa 10-12mila euro.

All’atto dell’assunzione, la richiesta di contributo è stata inoltrata dalla Provincia di Treviso alla Regione Veneto, nei tempi previsti.

La pratica però si è incagliata in Regione Veneto, che ha sì ricevuto le ricevuto dallo Stato le risorse per il “Fondo Disabili” ma non ha ancora deliberato la ripartizione dei contributi ai richiedenti.

Lo sblocco dovrebbe arrivare, secondo le informazioni fornite dai funzionari regionali alla CNA, a maggio o giugno di quest’anno: a due anni di distanza dall’assunzione.

«È una cosa inaccettabile – afferma Franco Cestaro, segretario della CNA di Montebelluna -. In una fase di crisi come questa, le imprese che hanno tutte le carte in regola per ottenere un contributo devono avere risposte più celeri dalla Pubblica Amministrazione, che ha il dovere deliberare nei tempi previsti, utili per le imprese, non quando sta bene a lei. Nel caso specifico, capitato a una nostra azienda, avere o non avere 10-12 mila euro, nel bilancio di un anno, può fare la differenza».

Ma non si tratta solo di malaburocrazia. Si tratta anche di una lesione grave del diritto al lavoro delle persone disabili. Se infatti le aziende sanno, come sanno, che questi sono i tempi per ricevere il contributo dovuto, quale spinta possono avere ad assumere lavoratori portatori di handicap? E queste persone, senza le ditte disposte ad assumerli, che prospettive hanno di promozione personale e sociale, di sentirsi utili, lavoratori, donne e uomini veri?

Il caso denunciato dalla CNA di Montebelluna, dunque, ha un forte risvolto sociale. L’associazione di categoria artigiana auspica pertanto che gli enti competenti si attivino per risolvere in tempi celerissimi il problema.


 

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