Electrolux: Azienda-territorio irrinunciabile

«Electrolux è un’azienda-territorio che produce positive ricadute su diversi settori produttivi. Non è una fonte di lavoro e di reddito solo per i lavoratori occupati nell’azienda ma anche per le maestranze dell’indotto, centinaia di artigiani specializzati che formano parte integrante dell’hub produttivo di Susegana».

Lo afferma Giuliano Rosolen, direttore provinciale della CNA, che interviene alla vigilia del consiglio intercomunale di lunedì 11 novembre a Susegana.

La CNA non vuole rivedere con Electrolux il brutto film già visto con Benetton e le decine di laboratori artigiani specializzati che hanno già chiuso o chiuderanno entro la fine dell’anno per la decisione della multinazionale della moda di spostare la quasi totalità delle sue produzioni all’estero.

«È in gioco il potenziale produttivo del nostro territorio – continua Rosolengià pesantemente eroso dalla crisi economica. Basti pensare che nel 2008 le imprese attive in provincia di Treviso erano  quasi 86 mila, oggi sono circa 82 mila. Il manifatturiero ha perso oltre 1.200 imprese, le costruzioni 1.500. Perdere imprese equivale a perdere conoscenze che non si ricostruiranno più. Significa votare al declino il territorio. Le imprese però non possono essere lasciate sole ad affrontare le difficoltà della crisi economia. Gli attori istituzionali devono mettere in campo tutti gli strumenti possibili per evitare il depotenziamento produttivo del nostro territorio, impedendo lo smantellamento degli stabilimenti Electrolux».

Ci sono responsabilità a diversi livelli, secondo la CNA, tutte da attivare e impegnare.

L’Europa non deve più finanziare la realizzazione di nuovi stabilimenti industriali che accolgano le imprese che delocalizzano e si deve arrivare presto ad una armonizzazione della legislazione sul lavoro e del sistema fiscale in tutti i Paesi dell’Unione Europea.

Il Governo italiano deve rapidamente mettere a punto una politica industriale che individui i settori strategici per lo sviluppo futuro del Paese e su quelli puntare in modo deciso con tutti gli strumenti a disposizione, a cominciare da robuste misure di defiscalizzazione e incentivi agli investimenti.

La stessa riflessione la deve fare la Regione Veneto decidendo quasi sono i distretti industriali da valorizzare, da incentivare, da qualificare.

Gli amministratori locali devono sottoscrivere impegni, vincolanti anche per il futuro, che vietino i cambi di destinazione d’uso dei siti produttivi strategici abbandonati.

Tutti i livelli politici e amministrativi del nostro Paese devono rapidamente creare un habitat che incentivi le imprese a venire qui a investire e quelle che ci sono a rimanerci, riducendo l’imposizione fiscale, lavorando per abbassare il costo dell’energia, semplificando la selva insostenibile di adempimenti amministrativi, semplificando le norme che regolano il lavoro in Italia.

C’è però anche una responsabilità di impresa. «Ognuno deve fare la sua parte – puntualizza il direttore della CNA –. A Electrolux diciamo: se il basso di gamma a Susegana non è remunerativo, individui produzioni e prodotti di alto di gamma, che valorizzino e diano futuro allo stabilimento, il quale può contare su impianti innovativi e su maestranze specializzate. Potenzi il centro del freddo, investendo in un centro di ricerca all’avanguardia, senza ricerca e innovazione non si può rimanere competitivi a lungo».

E c’è quindi  uno sforzo immaginativo che deve poter fare il territorio nel suo insieme, aiutando l’azienda a trovare sinergie interessanti con altre filiere locali, come ad esempio quella del legno-arredo, e avviando collaborazioni con le scuole specializzate di design per studiare e creare prodotti innovativi alzando il valore aggiunto dei frigoriferi realizzati negli stabilimenti Electrolux italiani.

«La crisi che si è abbattuta sulla nostra provincia sta mettendo a dura prova le imprese a cui viene richiesta una faticosa ristrutturazione – conclude Rosolen-. Le nostre piccole e medie aziende sono impregnate profondamente in questo processo di cambiamento per restare competitive sui mercati globali. Sono aziende che  spesso, quasi mai, non se ne possono andare a produrre in paesi con un più basso costo del lavoro.  Lo stesso impegno lo chiediamo ad Electrolux, nella convinzione che rimanere su un territorio con cui ha un legame quasi trentennale sia un valore aggiunto anche per lei e le sue produzioni. Anche i lavoratori, naturalmente, devono continuare a fare la loro parte per incrementare la produttività. Le aziende rimangono in un territorio se questo garantisce loro remuneratività».


 

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