Multa salata a Scania, esultano 34 imprese di Marca Il responsabile sindacale Giuliano Chies: «Il risarcimento danni è ora più vicino»

Sono 121 gli autoveicoli, per un valore di 7,5 milioni di euro, per i quali 34 aziende dell’autotrasporto della Marca Trevigiana richiedono il risarcimento al cartello internazionale del camion nell’ambito della vertenza collettiva promossa da CNA-Fita nazionale.

Il denaro “rubato” alle sole imprese trevigiane si stima vada da 750 mila euro al 1,5 milioni di euro.

Ora c’è una ragione in più per sperare nell’accoglimento della vertenza di risarcimento del danno: la Commissione europea ha infatti sanzionato anche Scania, con una multa di 880 milioni di euro, per aver partecipato insieme a Man, Daf, Daimler, Iveco e Volvo/Renault al cartello dei camion.

La decisione nei confronti di Scania, che risale allo scorso 27 settembre, è stata presa dopo oltre dodici mesi rispetto a quella nei confronti degli altri cinque costruttori, in quanto Scania si era rifiutata di riconoscere le proprie responsabilità. Per tale motivo, la Commissione Europea ha dovuto continuare le sue indagini nei confronti di Scania, che si sono concluse con la sanzione di 880 milioni di euro.

La decisione della Commissione Europea conferma dunque che anche Scania è responsabile per i danni causati dal cartello dei camion e i suoi clienti hanno diritto al risarcimento del danno.

«È un ulteriore tassello che si aggiunge a quanto fatto fino ad ora dalla Commissione nell’accertare il comportamento fraudolento attuato dalle maggiori case costruttrici di camion in Europa per la spartizione del mercato – spiega Giuliano Chies, responsabile sindacale di CNA Treviso -. Il nostro lavoro per ottenere il risarcimento danni per quanti hanno acquistato dei camion nel periodo interessato dal cartello potrà continuare, quindi, con una consapevolezza in più».

CNA-Fita si era mossa, promuovendo la vertenza collettiva, già all’indomani della decisione della Commissione Europea del luglio 2016 di comminare al cartello del camion una multa di 2,93 miliardi di euro (a cui ora si aggiungono gli 800 milioni inflitti a Scania) per aver creato un trust a danno dei consumatori nel periodo compreso tra il 1997 e il 2011. A seguito dell’accordo considerato illecito dall’istituzione europea, gli autoveicoli venivano immessi sul mercato a un prezzo del 10-20 per cento superiore al valore di mercato.

Una danno enorme per una categoria di lavoratori, quelli dell’autotrasporto, già messi in ginocchio dalla crisi economica in molti paesi europei, tra cui l’Italia.

A livello nazionale hanno già aderito alla vertenza contro il cartello del camion 2.900 ditte dell’autotrasporto in relazione all’acquisto di 13.671 autocarri per un valore che supera il miliardo di euro.

Le adesioni al secondo gruppo di ricorrenti si chiuderanno il 31 ottobre.


 

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