Allarme polveri sottili, serve un tavolo istituzionale per la lotta all’inquinamento dell’aria A Treviso superati gli sforamenti annuali di concentrazione nell'aria di inquinanti

«Il Comune di Treviso si faccia promotore di un tavolo tra enti locali, Regione, azienda socio-sanitaria, associazioni di categoria, sindacati e associazioni che tutelano i diritti dei consumatori per concordare azioni comuni e una strategia territoriale contro l’inquinamento dell’aria».

La CNA territoriale di Treviso, per iniziativa del direttore provinciale Giuliano Rosolen, torna a evidenziarne l’urgenza.

ALCUNI NUMERI DELL’EMERGENZA CLIMATICA

I centri urbani sono il cuore della sfida climatica perché è lì che si producono la gran parte delle emissioni inquinanti. Già nel 2014 la metà della popolazione mondiale era esposta a valori di inquinamento 2,5 volte maggiori di quelli indicati dall’OMS; nel 2030 quando 6 persone su 10 abiteranno nelle metropoli il problema acquisirà una rilevanza ancora superiore. Ciò è ancor più vero in Europa, dove la popolazione urbana sfiora il 70% di quella complessiva e in cui lo smog è responsabile di quasi 400 mila decessi l’anno, di cui 20 mila nella sola Italia (fonte: rapporto Aea sulla qualità dell’aria 2019).

«L’inquinamento fa male e riduce il tempo di vita – continua Rosolen – l’Italia è il primo paese in Europa per morti da biossido di azoto (NO2), lo smog, e la provincia di Treviso è ai primi posti nella classifica italiana. Esistono enormi possibilità di ridurre l’inquinamento attraverso l’aumento dell’efficienza energetica degli edifici e delle caldaie, la sostituzione degli attuali mezzi di trasporto con veicoli alimentati da energie pulite, l’utilizzo di fonti rinnovabili per produrre energia».

LE PROPOSTE DI CNA

Per concretizzare questi obiettivi occorrono politiche strutturali progettate e realizzate a livello sovracomunale, con la regia della Regione Veneto (deficitaria sotto questo profilo) e un incremento della consapevolezza dei cittadini per l’adozione di stili di vita più ecologici.

Nel concreto la CNA chiede uno sforzo straordinario alle istituzioni locali per incrementare gli investimenti a incentivo della mobilità elettrica, della sostituzione delle vecchie caldaie con quelle di ultima generazione (ce ne sono 100 mila da dover sostituire nella nostra provincia, un terzo del totale), della coibentazione degli edifici e del passaggio all’utilizzo delle fonti rinnovabili per la produzione di calore ed energia elettrica.

«La riconversione del nostro modello di sviluppo in uno più sostenibile è improrogabile – conclude Rosolen-. L’Unione Europea ha fissato al 2050 l’obiettivo di un continente C02 free, bisogna cominciare fin da ora ad attuare provvedimenti concreti. Visto il livello di inquinamento dell’aria di quest’anno, che non ha precedenti, per il nostro territorio è una necessità farlo quanto prima».


 

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