• Casa green, «Se faremo le scelte giuste, straordinaria opportunità»

    «Se lo affronteremo nel modo giusto, l’efficientamento energetico degli immobili, richiesto dalla nuova direttiva europea in fase di approvazione, è una straordinaria opportunità di crescita sostenibile per il nostro territorio».

    Lo afferma Mattia Panazzolo, direttore di CNA territoriale di Treviso.

    «Le polemiche scoppiate nei giorni scorsi – continua il dirigente – rischiano di precludere un dibattito serio su cosa serve fare per centrare obiettivi vitali per famiglie e imprese come ridurre l’inquinamento ambientale, abbassare il fabbisogno energetico nazionale, tagliare i costi energetici per famiglie e imprese, aumentare il benessere nei luoghi di vita, dare lavoro a migliaia di ditte e reddito a milioni di lavoratori. È dunque fondamentale che si avvii un dibattito pubblico di qualità su quali misure concrete mettere in campo per efficientare il nostro patrimonio edilizio nel recepire la direttiva europea».

    Invece l’agenda politica e quella mediatica sono state finora infarcite di slogan fuorvianti come l’eco-patrimoniale e lo spauracchio di sanzioni o restrizioni per gli edifici non in regola come il divieto di vendita o di affitto. Temi non contenuti nella direttiva che – come tutte le direttive – lascia ampio margine decisionale agli stati nazionali su come raggiungere gli obiettivi concordati.     

    Direttiva casa green, 4 passi per centrare gli obiettivi

    L’efficientamento energetico degli immobili è centrale per raggiungere la completa decarbonizzazione. Il patrimonio immobiliare infatti assorbe il 40% dei consumi energetici ed è responsabile per il 36% delle emissioni climalteranti.

    Per CNA ci sono 4 cose da fare a correzione di quanto fatto finora.

    «Intanto serve chiarire che le PMI del comparto casa saranno uno dei principali attori economici per conseguire gli obiettivi previsti – puntualizza Luca Frare, presidente di CNA territoriale di Treviso -. La prima cosa da fare è il riordino del sistema degli incentivi, ritarando le esperienze fatte finora a partire dal superbonus 110 per non ripetere gli errori».

    • Per CNA, gli incentivi pubblici, che dovranno continuare ad esserci per accompagnare una transizione ventennale, andranno legati al reddito, come ad esempio già avviene in Francia e in Germania, e non dati a pioggia a tutti, indipendentemente dalle possibilità economiche.
    • L’altra scelta strategica è incentivare solo gli interventi che portino un effettivo, misurabile efficientamento energetico degli edifici, eliminando le altre tipologie di bonus,
    • Terzo punto, fondamentale, è rendere stabili e certe le misure, abbandonando la pratica di interventi spot che rendono impossibile misurare costi e benefici. Un piano certo e stabile negli anni eliminerebbe le tensioni su prezzi e approvvigionamento di materiali consentendo al mercato di funzionare in modo ordinato.  
    • Infine, sembra utile prevedere, a livello europeo, una più netta valorizzazione economica, sul mercato, degli immobili più efficienti.

    «Leggere sui giornale o sentire in tivù esponenti politici dire che questa direttiva è “l’ennesima scelta europea contro l’Italia” fa male al cuore – conclude il presidente Frare. Il nostro patrimonio immobiliare necessita di un profondo intervento di riqualificazione, sia per ridurre le emissioni e far costare meno le bollette sia per la messa in sicurezza rispetto le calamità naturali come i terremoti e le alluvioni che solo negli ultimi 13 anni hanno provocato a livello nazionale costi superiori ai 50 miliardi di euro oltre a quelli incalcolabili per le perdite delle vite umane».     

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