2 giugno 1946-2021: «Come nel Dopoguerra, fondamentale anche oggi il ruolo dell’artigianato e della piccola impresa» Festa della Repubblica 2021: la Ricostruzione post-Covid all’insegna di svolta verde e digitale, Europa, multilateralismo

La Festa del 2 giugno sarà celebrata per il secondo anno dentro una pandemia globale che sta cambiando il nostro modo di vivere e di pensare. Quest’anno la nostra Repubblica compie 75 anni e, come nel 1946, si trova di fronte alla sfida di una nuova ricostruzione.

Oggi le macerie sono meno visibili, ma le persone, le organizzazioni, le aziende, il corpo sociale e il sistema economico hanno subito molte ferite, che richiedono ascolto e cura.

Negli anni della Ricostruzione post-bellica, l’artigianato e la piccolissima e piccola impresa ebbero un ruolo fondamentale nel rimettere in piedi il Paese, grazie al duro lavoro di una generazione che traghettò l’Italia verso una stagione di benessere mai conosciuta prima.

Quella generazione fu guidata dai valori e dall’architettura istituzionale stabiliti dalla Costituzione repubblicana – una Carta bella, equilibrata e lungimirante – e da una classe dirigente, politica in particolare, che, avendo vissuto il dramma della dittatura, manteneva sentimenti e principi condivisi in un terreno di gioco comune all’insegna della legittimazione reciproca e della responsabilità verso la nazione, pur nell’aspra dialettica ideologica del tempo.

Oggi siamo sulla soglia di una nuova svolta epocale, segnata dalla necessità di rimettere il Paese nelle condizioni di guardare al futuro con speranza e rinnovata energia.

Abbiamo ancora la nostra Costituzione, che ci indica il significato e i modi della convivenza. Abbiamo ancora istituzioni fondamentalmente sane grazie al sistema di pesi e contrappesi disegnato dalla Carta, per quanto non siamo riusciti ancora a sciogliere, in modo adeguato, il nodo del rapporto centro-periferia, realizzando compiutamente i principi dell’autonomia locale, del decentramento e della sussidiarietà (art. 5).

Abbiamo ancora un tessuto imprenditoriale ricco vivace, per quanto spesso limitato nell’espressione della sua piena potenzialità dai mali storici che affliggono il Paese: la burocrazia asfissiante, la criminalità, la corruzione, la sfiducia nella politica e nelle istituzioni, l’inverno demografico.

Come nel 1946, oggi possiamo contare sul “nuovo piano Marshall” del Next Generation UE: esso offre all’Italia l’opportunità di attuare quel mix di riforme e investimenti che potrà ricostruire il futuro per le prossime generazioni.

Serve anche oggi una classe politica all’altezza della sfida storica, che metta prima gli interessi dell’Italia e degli Italiani, gli interessi della Repubblica, a qualsiasi calcolo di bottega.

Bene fa il Capo dello Stato Sergio Mattarella a richiamare i partiti all’unità nazionale, ricordando loro la ragioni del sostegno all’esecutivo Draghi: uscire definitivamente dall’emergenza sanitaria e utilizzare bene le risorse del Recovey Fund.

La crisi del Covid ci sta traghettando molto velocemente nel futuro. È il futuro della “svolta verde e digitale” che ci auguriamo più vivibile, più inclusivo, più solidale dell’attuale sistema. È un futuro in cui nasciamo italiani e cresciamo europei, di nuovo forti nel nostro ruolo di costruttori della Casa Comune Europea e di una governance globale impegnata a realizzare la pace, il rispetto, la giustizia, la libertà tra i popoli di tutto pianeta.

Viva L’Italia, viva la Repubblica!

 

Alfonso Lorenzetto

Presidente di CNA territoriale di Treviso


 

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