Mafia a Treviso, la CNA «La prima prevenzione è la coscienza degli imprenditori, ma la Regione faccia la sua parte»

«La vicenda della Dal Ben è un caso eclatante di infiltrazione mafiosa nel tessuto economico della nostra provincia, un caso clamoroso che mostra la pericolosità delle mafie, pronte ad approfittare della debolezza delle nostre imprese per metterci le mani sopra e contaminare il nostro sistema produttivo con un danno incalcolabile in termini di produttività e competitività».

È il commento di Giuliano Rosolen, direttore provinciale della CNA, alle notizie di stampa.

«Le Forze dell’Ordine e la Magistratura hanno fatto un lavoro eccezionale e meritorio portando alla luce collusioni pericolosissime tra imprenditoria locale e ’ndrangheta calabrese – continua il direttore provinciale della CNA -. Il loro lavoro certifica però il contagio avvenuto, il danno fatto. È necessario prevenire i tentativi di infiltrazione mafiosa nella nostra economia e la prima prevenzione passa per la coscienza degli imprenditori che, in momenti di crisi, non devono cedere alla tentazione di scegliere soluzioni “facili”. Aprire le porte della propria azienda alla mafia significa consegnare al crimine organizzato un intero territorio, un intero sistema economico. Serve molta attenzione da parte di tutte le forze organizzate della società civile, associazioni di categoria e sindacati in testa, che devono tenere costantemente la guardia alta su un fenomeno drammatico che aggredisce come un cancro e rischia di infettare mortalmente il nostro tessuto economico, sociale, istituzionale e politico».

Per la CNA serve un impegno maggiore da parte della Regione a contrasto delle infiltrazioni mafiose nel tessuto veneto.

«La legge regionale del 2012 è rimasta in gran parte lettera morta – conclude Rosolen -. Non basta fare una buona legge e poi lasciarla inattuata in parti essenziali. Mi appello al Presidente Zaia, sensibile al tema della legalità, perché metta il dossier della lotta alle infiltrazioni mafiose in cima alle priorità del governo regionale. Non può esserci sviluppo economico e benessere in un’economia che presenta zone di opacità e illegalità in preoccupante crescita».