Diritto di reversibilità. Riflessione di Mariarosa Battan*

Riteniamo culturalmente positivo che il Governo si ponga l’obiettivo di riordinare il variegato mondo delle prestazioni anomale che si sovrappongono fra previdenza e assistenza e lo faccia attraverso lo strumento di una “Delega recante norme relative al contrasto della povertà e del sistema degli interventi e dei servizi sociali” collegata alla legge di Stabilità 2016.

Ci sembra comunque importante sottolineare come sia lesiva nei confronti del diritto della persona volere “mettere mano” alle pensioni di reversibilità in quanto, sono pensioni a prestazione previdenziale e non assistenziali, sono pensioni che già rientrano nel principio di non cumulabilità legata al reddito e subiscono anticipatamente delle decurtazioni considerevoli.

Ci sembra ovvio, ma riteniamo utile sottolineare che la reversibilità spetta al coniuge che rimane “solo” quindi, evidenziare che tutto il carico di gestione famigliare e a carico di un solo reddito non può essere ignorato da chi si presta a discuterne la validità.

Sarà anche maggiore la difficoltà che il cittadino con reddito da pensione di reversibilità si troverà ad affrontare qualora si presentino i primi disagi dovuti al percorso di invecchiamento e la non scelta di solitudine lo renderà più vulnerabile nell’affrontare la quotidianità.

Battan CNA PensionatiI drammi della solitudine che spesso e tanto si manifestano tra le persone anziane non possono essere arginati aggravandoli con un ulteriore disagio economico togliendo diritti acquisiti. Questi aspetti sembrano non essere stati tenuti nella dovuta considerazione dai promotori della proposta di mettere in discussione un reddito fondamentale come quello di reversibilità.

Siamo consapevoli che la maggioranza delle pensioni di reversibilità è erogata a donne ma non vogliamo assolutamente che questo diventi uno strumento rivendicativo anzi, conosciamo benissimo i motivi storico/culturali che determinano questa situazione e spesso li abbiamo sottolineati: maggiore difficoltà ad entrare nel mercato del lavoro, delega totale della gestione della famiglia e dei figli, lavoro di cura e assistenza e altro.

Siamo comunque certi che potendo scegliere, sia uomo che donna si porrebbero in maniera uguale ossia quella di vivere serenamente in coppia con il sostegno e affetto della persona scelta per la condivisione di vita.

Pensando a quanto e come sia difficile accettare che la società “rifiuti” le persone anziane cercando in tutti i modi di togliere loro parte della dignità, mi è venuto il ricordo di un film che ho visto tanto tempo fa.

La trama era incentrata sul concetto di civiltà evoluta al punto di “sostituire” le persone anziane con quelle giovani, proponendo ai “datati” prima un rigenerante percorso di ringiovanimento attraverso le acque di una magica piscina al chiaro di luna e successivamente quando l’euforia era predominante, una crociera dal percorso fantastico in paesi mai visitati e i prossimi crocieristi in coda all’imbarco si accalcavano e sgomitavano per salire e solo qualcuno di loro timidamente si chiedeva (magari solo col pensiero) come mai dalle precedenti crociere nessuno mai era tornato per descriverne le meraviglie.

Le fantasie dei nostri governanti sono talmente tante che sicuramente prima di avventuraci in piscine rigeneranti o crociere mirabolanti controlleremo bene di saper nuotare e magari di farci raccontare da chi prima di noi ha visitato mondi sconosciuti se la realtà vale la promessa crociera.

Per adesso ai nostri interlocutori di Governo chiediamo di lasciarci vivere dignitosamente senza toccare le vitali pensioni e al momento opportuno la “crociera” riusciremo a organizzarcela noi.

Mariarosa Battan
*Vicepresidente nazionale CNA Pensionati


 

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