Industria 4.0, nasce CNA DIH per sostenere le PMI a raccogliere la sfida dell’innovazione

Sensibilizzare le imprese sull’impatto di Industria 4.0. Accompagnarle nell’individuazione dei fabbisogni. Sostenerle nell’accesso agli strumenti di sostegno. Orientarle nella ricerca di partner qualificati.

Sono i quattro punti cardinali di CNA DIH (Digital Innovation Hub), la rete di CNA nata per coinvolgere nel processo Industria 4.0 l’enorme potenziale economico rappresentato dal mondo della micro e della piccola impresa. Una rete che dispone di competenze interne e punta a valorizzare le relazioni con i partner strategici, università e centri di ricerca. Per ora coinvolge 28 strutture territoriali della Confederazione, tra cui CNA Treviso, e l’obiettivo è estenderla il più possibile.

«Siamo convinti che Industria 4.0, anzi meglio Impresa 4.0, sia un’autentica rivoluzione, estremamente pervasiva e rapida – afferma Giuliano Rosolen, direttore provinciale di CNA Treviso -. Per questo è necessario informare le imprese, nella consapevolezza che tutte, senza distinzione di dimensione e settore, saranno coinvolte nel processo. Per CNA aiutare il maggior numero possibile di imprese a ripensare la propria attività rappresenta una importantissima occasione di sviluppo».

Il Piano Nazionale Industria 4.0 ha ricompreso le agevolazioni già esistenti sul credito di imposta  attribuito alle imprese che effettuano investimenti in attività di Ricerca & Sviluppo. Sono cambiate però le modalità di applicazione. Sul punto è intervenuta di recente l’Agenzia delle Entrate con una propria circolare: i chiarimenti si sono resi necessari a seguito delle modifiche apportate alla disciplina dalla Legge di bilancio 2017.  In particolare sono state introdotte le seguenti novità:

  • viene prorogato di un anno (fino al periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2020) il periodo di tempo in cui l’impresa può effettuare gli investimenti in attività di R&S per poter beneficiare del credito d’imposta;
  • viene fissata un’aliquota unica del credito d’imposta pari al 50% per tutte le tipologie di spese ammissibili;
  • viene estesa la platea dei beneficiari, includendo le imprese residenti che svolgono attività di ricerca e sviluppo per conto di imprese committenti non residenti;
  • viene incrementato da 5 a 20 milioni di euro l’importo massimo del credito d’imposta che ciascun beneficiario può maturare in relazione a ciascun periodo agevolato;
  • si elimina la distinzione tra le spese sostenute per il personale altamente qualificato (in precedenza agevolate al 50%) e quelle per il personale non altamente qualificato (in precedenza agevolate al 25%).

Le novità introdotte non sono retroattive e riguardano, pertanto, le spese sostenute a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2016.


 

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