Fisco e manovra, la CNA: «No al tiro al bersaglio sugli artigiani»

«Le modalità ipotizzate per il contrasto delle frodi in materia di crediti fiscali e l’obbligo del committente di versare le ritenute operate dalle imprese di tutta la filiera dell’appalto sui propri dipendenti provocherebbero un aggravio delle condizioni operative delle piccole imprese che già scontano il deterioramento del ciclo economico e le crescenti difficoltà nell’accesso al credito» afferma Alfonso Lorenzetto, presidente di CNA territoriale di Treviso.

Per la CNA, che pur apprezza la decisione del Governo di evitare il temuto aumento dell’Iva e confermare l’ecobonus, la lotta all’evasione e all’elusione fiscale non deve penalizzare i contribuenti fedeli, e il mondo degli artigiani e delle piccole imprese non può essere il principale bersaglio di misure e interventi che rischiano di generare un sistema fiscale ancor più distorsivo. È necessario invece un fisco equo e amico ed è quanto mai urgente intraprendere un percorso di progressiva riduzione della pressione fiscale che grava su artigiani e piccole imprese.

«Occorre una riforma del fisco complessiva che produca vantaggi per tutti i cittadini – afferma Lorenzetto -.  Va bene la politica fiscale del contrasto degli interessi, va però colpita con maggiore efficacia, e utilizzando tutti gli strumenti digitali, la grande evasione. È ridicolo e controproducente colpire il piccolo artigiano».

CNA è consapevole delle difficoltà di costruire una politica economica con risorse scarse a causa dell’enorme sforzo per disinnescare le clausole di salvaguardia e confida nel confronto delle parti sociali con Governo e Parlamento per apportare miglioramenti alla manovra con particolare riferimento agli artigiani e alle piccole imprese.

 


 

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