CNA Pensionati: Sacrifici ai soliti noti, più coraggio e incisività contro l’evasione fiscale

«Il presidente Napolitano dice che questa manovra serve ad evitare la catastrofe e noi, responsabilmente, facciamo ancora una volta la nostra parte perché vogliamo bene all’Italia. Tuttavia, non è giusto che, in questo Paese, la parte dei “salvatori della Patria” la debbano fare sempre agli stessi, cioè i lavoratori onesti e i pensionati. Auspichiamo pertanto che il Parlamento corregga alcune storture della riforma, in particolare il blocco della rivalutazione delle pensioni». Lo afferma Vittorio Biasotto, presidente di CNA Pensionati di Treviso.

«L’introduzione del contributivo è una scelta da percorrere, che va verso una equità intra e intergenerazionale – continua Biasotto – così come l’adeguamento dell’età pensionabile di vecchiaia alle aspettative di vita in linea con gli altri paesi europei. Ma non possiamo non rilevare che gli effetti concreti sulla vita delle gente sono molto duri, con una perdita di potere d’acquisto elevata per chi ha già introiti minimi».

Secondo i calcoli della CNA, ad un pensionato con una pensione di 1.070 euro mensile netta si chiede, tra IMU prima casa, mancata valutazione all’indice ISTAT, maggiore addizionale IRPEF, quasi il 5% del proprio reddito, senza considerare gli effetti dell’aumento dell’IVA.

«Invece che massacrare chi prende 1.070 euro al mese dopo una vita di lavoro e di sacrifici, non era il caso di colpire con più decisione gli evasori con capitali scudati e non chiedere loro solo l’1,5%? – si domandano i Pensionati della CNA -. La giustizia sociale in questo Paese rimarrà ancora lontana e l’equità un miraggio, una parola vuota, se lo Stato non riuscirà a sanare la piaga dell’evasione fiscale che vale il 18% del PIL e a fare le riforme strutturali che servono al Paese. Il lavoro di Monti oggi va incoraggiato. Ma va tenuto conto che sull’orlo del baratro ci hanno spinto decenni di riforme mancate e i privilegi di pochi. Ora si chiede il sacrificio ai soliti noti, che lo faranno, ma che non intendono subire in silenzio».


 

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