Saviano, la CNA: la mafia c’è, anche in Veneto. La politica locale tenga alta la guardia

«La penetrazione delle mafie al Nord è un dato di fatto. Come è emerso importanti inchieste della magistratura, la malavita organizzata ha da tempo piantato salde radici nell’economia delle regioni più ricche infiltrandosi in molti settori produttivi, in particolare nell’edilizia e nel movimento terra, ma anche nella società e nella politica. Anche il Veneto e la Marca Trevigiana hanno registrato più di un’“anomalia” inquietante e dunque non sono immuni dal rischio di un contagio profondo. Non ci sono infatti isole felici: la mafia non è un problema del Sud, è un problema anche nostro».

Lo afferma Giuliano Rosolen, direttore provinciale della CNA (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa), che coglie l’occasione del dibattito sulla rimozione dei libri di Saviano dalla biblioteca comunale di Preganziol per dire che con la mafia non si scherza e che la CNA, come tutte le associazioni datoriali, è da sempre impegnata nella difesa delle imprese “pulite”, che operano nella legalità e per la legalità.

«La politica locale, al di là di qualsiasi steccato ideologico – continua Rosolen – deve tenere alta la guardia sul fenomeno della mafia economica, dando voce a tutti coloro che, con coraggio, spesso a rischio della vita, ne denunciano l’esistenza e i perversi meccanismi di infiltrazione. Se è vero che “nessuno muore se non legge Saviano”, è altrettanto vero che negare la presenza della mafia significa lasciarla agire indisturbata e dunque creare i presupposti per l’infezione del tessuto economico, politico e sociale. Un “lusso” che non possiamo permetterci. Il mondo politico, i partiti, le istituzioni e gli enti di rappresentanza devono vegliare affinché ciò non accada».

La CNA chiede dunque più responsabilità alla politica locale, che non deve perdere di vista il suo insostituibile ruolo di promozione di una cittadinanza consapevole. Promozione che passa soprattutto attraverso la conoscenza e l’informazione e la possibilità di accedere liberamente, senza censure, alle fonti del sapere.

 

LA MAFIA AL NORD, UNA PRESENZA RADICATA

Nel Rapporto CNEL febbraio 2010 su “L’infiltrazione della criminalità organizzata nell’economia di alcune regioni del Nord Italia” ci sono eloquenti passaggi anche sul Veneto,  “il cui contesto economico regionale appare permeabile alla penetrazione di capitali provenienti da attività illecite per il loro riciclaggio e reimpiego in attività legali”.  Sempre la Prefettura di Venezia annota il proliferare “di nuove imprese con un aumento improvviso dei volumi di affari apparentemente svincolati da ogni logica imprenditoriale” e “dall’emersione di una nuova classe di imprenditori, che pur sprovvisti di un’adeguata formazione ed esperienza dispongono di finanziamenti quasi illimitati spesso ottenuti attraverso canali diversi da quelli bancari”.

Il Rapporto, inoltre, registra il numero di aziende e beni sequestrati alle mafie nella nostra regione (al 30.06.2009): quasi 80 per un valore di 8 milioni di euro.

(Il rapporto è scaricabile dal sito www.portalecnel.it)

Anche la cronaca non smette di sollecitare l’attenzione dell’opinione pubblica sul fenomeno mafioso nella nostra regione: giovedì scorso alcuni giornali locali riportavano la notizia di due imprenditori calabresi, con precedenti, i fratelli Grisi, ammazzati da un affiliato alla ’ndrangheta in un centro del Crotonese. Le due vittime risiedevano a Verona dove svolgevano l’attività di imprenditori edili.

 

 


 

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