Rifinanziare i Fondi Antiusura e rendere operativo l’Osservatorio provinciale

«La storia dell’imprenditore usurato raccontata oggi dalla tribuna di treviso mostra in modo esemplare i rischi che corrono i nostri imprenditori in difficoltà finanziaria quando il sistema bancario gira loro le spalle e chiude i rubinetti del credito».

Lo afferma Alfonso Lorenzetto, presidente della CNA provinciale di Treviso, che nel giugno dello scorso anno (2011), come allora presidente del confidi Canova della CNA, ha sottoscritto il Protocollo Antiusura insieme alle prefetture del Veneto, all’Abi, ai confidi, alle associazioni dei consumatori. Protocollo in base al quale è nato l’Osservatorio Antiusura provinciale che chiediamo sia reso operativo quanto prima.

«L’usura è un fenomeno in aumento, anche se non sempre purtroppo si traduce in denunce perché gli imprenditori hanno timore a rendere pubblico la situazione finanziaria in cui versano – continua Lorenzetto -. Noi come associazione di categoria invitiamo a denunciare gli strozzini: l’usura è un reato, punito severamente dalla legge che prevede delle compensazioni per le vittime».

Ma la cosa più importante è prevenire le storiacce di usura, mantenendo gli imprenditori all’interno del sistema legale del credito. E quando le banche chiudono i rubinetti? «Presso le più importanti associazioni di categoria sono attivi i Fondi Antiusura che danno garanzie sui prestiti concessi dalle banche con copertura del 90%. Mettersi nella mani degli strozzini non è un destino ineluttabile per un’azienda in crisi» continua il presidente della CNA provinciale.

«I Fondi Antiusura hanno però bisogno di essere rifinanziati in considerazione della funzione sociale che svolgono soprattutto in questo momento di crisi – aggiunge Lorenzetto -. Sono fondi preventivi che vengono attivati proprio quando le banche non concedono più crediti. Se l’azienda non è decotta, e i consulenti dei confidi sanno fare queste valutazioni e consigliare l’imprenditore sul da farsi, attivare questa opzione può significare salvare l’azienda, il suo business e chi ci lavora. Abbiamo moltissimi casi di salvataggi riusciti con aziende che attivando le garanzie del Fondo Antiusura sono riuscite a ripartire».

«Purtroppo lo Stato ha tagliato i contributi e la Regione preferisce dare i soldi a Veneto Sviluppo, svalutando nei fatti (e non di rado anche a parole) l’attività dei confidi – registra asciutto Lorenzetto -. Noi CNA lo abbiamo detto più volte: i Fondi Antiusura sono i veri fondi anti-suicidi, fare tanti sportelli di ascolto non serve se le istituzioni non danno un chiaro segnale nella direzione del rifinanziamento dei fondi antiusura».

L’usura è considerata uno dei cosiddetti reati “spia” dell’infiltrazione criminale o mafiosa. Cedere all’usura, oltre a sancire la rovina della propria azienda (è una spirale da cui è quasi impossibile uscirne), può significare aprire le porte dell’economia locali alla criminalità mafiosa che, con i suoi 65 miliardi di liquidità, è la prima banca del Paese e utilizza il prestito usuraio per accaparrarsi le aziende e controllare i mercati.

 

Cos’è l’usura.

L'usura è un reato che consiste nel concedere un prestito a un tasso d'interesse superiore al cosiddetto "tasso soglia", che si calcola aumentando del 50% (in Europa la soglia di tolleranza è del 30%) il tasso effettivo globale medio (TEGM) relativo ai vari tipi di operazioni creditizie, rilevato ogni tre mesi dal Ministero del Tesoro e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale

Quanto vale l’usura in Italia.

Il giro di affari annuo dell'usura in Italia è stimato in 30 miliardi di euro ed interesserebbe 150.000 esercizi commerciali. È altresì stimato che il 36% di tale giro di affari sia controllato dal crimine organizzato.

Secondo il XIII Rapporto di SOS Impresa “Le mani della criminalità sulle imprese” (gennaio 2012), la mafia Spa è il più grande agente economico in Italia e può contare su 65 miliardi di euro di liquidità, risultando la prima banca del Paese. Per l'indagine, la mafia continua a configurarsi come una holding company articolata su un network criminale fortemente intrecciato con la società, l'economia e la politica, in grado di muovere un fatturato che si aggira intorno ai 140 miliardi di euro con un utile che supera i 100 miliardi al netto di investimenti e accantonamenti. Sono 10mila le imprese che dal 2008 al 2011, hanno chiuso i battenti per debiti o usura.


 

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