Pietro Grasso: "La mafia uccide l'economia"

La mafia uccide l’economia. Perciò le rappresentanze dell’impresa e del lavoro trevigiane fanno bene a mettersi di traverso, con convinzione, alle mafie e alle loro sottili forme di infiltrazione nelle economie e nei territori del Nord Italia, Veneto compreso.

Parola di Pietro Grasso, procuratore nazionale antimafia, che Libera, associazione antimafia, ha chiamato a Treviso, il 27 ottobre scorso, a parlare agli studenti degli istituti “Palladio” e “Da Vinci”.

«Bisogna far comprendere agli imprenditori che la legalità è conveniente- è stato l’appello di Grasso – Dove arriva la mafia infatti non c’è più crescita economica».

Procuratore, i nostri territori, nella morsa della crisi economica che sta falcidiando aziende e posti di lavoro, quali rischi effettivi stanno correndo rispetto all’insidioso fenomeno delle infiltrazioni mafiose?

In un momento di crisi economica chi ha danaro liquido ha potere, e le aziende, in difficoltà per mancanza di liquidità e con problemi a reperire risorse dai canali legali del credito a causa della stretta creditizia, devono stare attente ed evitare ogni tentazione di farsi coinvolgere da ambiti criminali pronti a investire nell’economia legale grandi quantità di denaro provenienti dai traffici illeciti. Il primo approccio di questi “personaggi”, spesso figure insospettabili, può sembrare di aiuto, ma è illusorio, e si resta invischiati, poi è difficile uscirne. Piano piano i mafiosi si impadroniscono delle attività economiche, a questo mirano. Alle volte lasciano la vecchia proprietà come paravento per nascondere il riciclaggio di denaro sporco.

Cosa succede ad un sistema economico e sociale se si lascia colonizzare dalle mafie?

Perde quelle caratteristiche che dovrebbe avere. Il sistema economico è regolato dal libero mercato, dalla libera concorrenza. Dove arriva la mafia arriva il monopolio, l’oligopolio, non c’è più concorrenza, non c’è più crescita, non c’è più sviluppo, non c’è più la spinta agonista a fare meglio. Lentamente il mercato si sgonfia, l’economia decresce.

L’impresa mafiosa ha il danaro a costo zero, quindi fa concorrenza sleale alle attività economiche che invece devono pagare gli intessi sul denaro. In secondo luogo, non rispetta le regole del minimo salariale, emette fatture false per creare fondi neri, non versa i contributi previdenziali e assicurativi dei lavoratori… È insomma un’impresa che vive con vantaggi notevoli rispetto alle attività legali. Tanto è vero che quando viene sequestrata e passa dall’illegale al legale, non riesce a reggere il mercato.

Quale buona ragione dare ad un imprenditore, a cui magari le banche hanno chiuso i rubinetti del credito, che vede lo spettro del fallimento, affinché non accetti il denaro “facile” dei mafiosi?

La buona ragione è che, se si rivolge ai mafiosi, l’attività è destinata a perderla comunque, quindi è meglio che cerchi un’altra soluzione. Alternative ce ne sono: ci sono banche etiche che possono andargli incontro, ci sono i fondi antiusura e antiracket, i confidi delle associazioni di categoria… Altre strade ci sono sempre. Una cosa è certa: se accetta di compromettersi, non risolve il suo problema e alla fine dovrà cedere comunque l’azienda. Meglio cederla prima piuttosto che aver inquinato l’economia di un territorio.

In che modo rendere i nostri territori impenetrabili alle mafie, evitando che anche qui si verifichino situazioni di vera e propria colonizzazione criminale come in altre regioni del Nord, in particolare la Lombardia dove la ’ndrangheta, oltre che nell’economia, è riuscita ad entrare anche nelle istituzioni?

Intanto occorrono delle istituzioni locali forti che comprendano che anche la più piccola illegalità può essere indice o sensore di tentativi di infiltrazione. E poi bisogna sempre chiedersi da dove vengono gli investimenti, da dove vengono le ditte. Teoricamente se, negli appalti, vengono favorite le ditte locali c’è meno possibilità di infiltrazioni, naturalmente a condizioni di parità, senza favoritismi. Il Veneto ha gli anticorpi per reagire in maniera preventiva.

Le rappresentanze del lavoro e dell’impresa della Marca Trevigiana stanno facendo fronte comune contro le infiltrazioni mafiose siglando un Patto territoriale per la legalità a difesa dell’economia sana. È la strada giusta?

È essenziale e opportuno. Bisogna far comprendere agli imprenditori che la legalità è conveniente, che non si tratta solo di un fatto etico ma di convenienza del sistema e del singolo. Se si elimina l’illegalità e le aziende sono tutte sullo stesso piano, c’è vera concorrenza e ci sono per tutti le condizioni per migliorare e crescere. Se invece si permette alle mafie di entrare nell’economia, il sistema di libero mercato crolla e non c’è più spazio di crescita e sviluppo per nessuno.

Francesca Nicastro


 

ULTIME NOTIZIE

CNA TERRITORIALE DI TREVISO

Viale della Repubblica 154
31100 Treviso
Tel: 0422.3155 - Fax: 0422.315666
Email: info@cnatreviso.it
CF 94004630268
Tutti i diritti riservati


Powered by Sixtema Spa