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Tares, ipotesi di accordo Priula-categorie economiche per il congelamento degli aumenti
Congelamento della maggiorazione prevista dalla Tares fino a nuovo accordo, mantenimento della tariffa puntuale come corrispettivo e conferma dell’utilizzo degli strumenti attualmente in essere di riscossione della tariffa rifiuti. È l’ipotesi di accordo emersa ieri nella riunione tra il Consorzio Priula (Tv2), il Consorzio Tv3 e le associazioni imprenditoriali (Confartigianato Marca Trevigiana, Cna, Casartigiani, Unindustria Treviso, Ascom-Confcommercio, Confesercenti, Coldiretti), presso la sede dei Consorzi a Fontane di Villorba.
La nuova tassa, entrata in vigore a gennaio con la prima rata da pagare a luglio, oltre al servizio rifiuti comprende ora i cosiddetti servizi indivisibili (illuminazione pubblica, manutenzione delle strade e del verde pubblico, etc.) prima a carico della fiscalità generale dei Comuni, ora direttamente a carico di cittadini e imprese. Il costo dei servizi indivisibili è coperto con un incremento della tariffa rifiuti pari a 30 centesimi al metro quadro, e dunque penalizza chi vive o lavora in edifici di grandi superfici, non necessariamente chi produce più rifiuti rompendo l’equazione alla base della filosofia della raccolta differenziata “più inquino, più pago”.
«Le famiglie e le imprese non possono sopportare un centesimo di euro in più di imposizione fiscale perché stanno soccombendo sotto il peso di una tassazione che non ha eguali in tutta Europa, a parità di servizi erogati dallo Stato – spiegano i rappresentanti delle associazioni di categoria -. È folle che il risanamento del Paese, necessario per poter rimanere un’economia in grado di competere in un quadro europeo, passi attraverso l’aumento del gettito fiscale senza una diminuzione consistente della spesa corrente. Gli aumenti Tares vanno congelati, almeno fintanto che non verrà effettuata una revisione dei criteri per il ricalcolo corretto delle superfici assoggettate».
Tra le pecche della Tares, oltre agli aumenti che comporteranno anche un raddoppio delle somme dovute per certe tipologie di attività commerciali e produttive e in media di 30 euro l’anno per famiglia, ci sono anche le nuove modalità di versamento che mettono in difficoltà i gestori (consorzi) e i contribuenti, a causa dell’obbligo di raccogliere il tributo esclusivamente tramite modello F24 o bollettino di conto corrente postale. Queste modalità di riscossione, oltre a creare disagi, fanno incrementare i costi per gli utenti e privano i consorzi dei rifiuti della liquidità necessaria per garantire il servizio.
Le associazioni di categoria sono dunque impegnate a correggere le “mostruosità” della Tares e chiedono un impegno specifico a tutti i candidati trevigiani al Parlamento affinché fra i primi atti del loro impegno ci sia la modifica radicale della Tares. Tale impegno è stato condiviso dai rappresentanti dei Consorzi, anche al fine di riformare l'impianto normativo attuale.
Gli incontri delle associazioni imprenditoriali proseguiranno anche con gli altri gestori dei rifiuti che operano in provincia di Treviso per rendere perlomeno omogenei su tutto il territorio i criteri di applicazione del nuovo tributo.