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Tares, la CNA a fianco dei sindaci trevigiani
La CNA esprime soddisfazione per l’appello dei sindaci trevigiani di annullare la Tares, il tributo comunale sui rifiuti e servizi, che riporta il calcolo dei rifiuti prodotti indietro al 1999 quando cioè il criterio era costituito dalla superficie calpestabile dei locali e delle aree.
Un principio inaccettabile – come scrivono i sindaci nella missiva inviata ai vertici istuzionali dello Stato, ai rappresentanti in Parlamento e all’Anci – perchè non è la superficie di case e capannoni a produrre rifiuti bensì l’attività umana. Cancellare con un colpo di spugna il principio “più produci, più paghi” comporterebbe un’involuzione nei comportamenti virtuosi dei cittadini impegnati nella raccolta differenziata e nel recupero dei materiali.
La revisione della Tares si rende necessaria non solo per una questione di principio ma anche per l’aumento dei costi previsti per famiglie e imprese, dovuti all’inserimento nel tributo dei costi per “servizi indivisibili” calcolati in base ad una maggioranza di 0,30 euro/metro quadro.
Per alcune tipologie di utenze, specie bar e ristoranti attualmente in regime Tarsu, la Tares comporterà rincari anche del 30-50%.
La CNA aveva chiesto ai sindaci di intervenire su questo inaccettabile rifiuto già nel mese di gennaio, quindi oggi sostiene convintamente la loro battaglia.
“Le famiglie e le imprese sono alla canna del gas – afferma Giuliano Rosolen – ulteriori stangate non sono sostenibili. Non si può predicare ‘ripresa’ e poi mettere tasse così. Non può esserci ripresa dei consumi e degli investimenti con un carico fiscale tanto gravoso”.
Il caso Tares è stato portato all’attenzione del parlamento da un gruppo di deputati veneti che hanno sottoscritto una mozione per impegnare il governo a prorograre l’entrata in vigore della tassa a gennaio 2014.
“L’impegno dei parlamentari è senz’altro positivo – conclude il direttore della CNA – il nostro auspicio va tuttavia in direzione di una revisione del tributo, non solo della dilazione”.