Allarme credito: Le banche riducono gli affidamenti alle imprese

AlfonsoLorenzetto_istituzionale_webLe imprese, da sei mesi a questa parte, si vedono ridurre i fidi consolidati, in modo spesso arbitrario e immotivato, dai propri istituti di credito. Un fenomeno allarmante, rilevato dal consorzio fidi della CNA “Canova”, che interessa trasversalmente tutte le banche. Ed è un fenomeno che rischia di portare sul lastrico aziende sostanzialmente sane assestando un ulteriore colpo al sistema produttivo trevigiano.

L’ultimo episodio interessa un artigiano che si è visto dimezzare i fidi di cassa a una settimana dal rinnovo. Da 10 mila euro a 5 mila euro per ciascuna delle due imprese. Fidi che aveva con la stessa banca da dieci anni senza mai alcun problema.

La doccia gelata, arrivata oltretutto a fine mese in un momento di scadenze nei pagamenti, ha ovviamente messo in difficoltà l’azienda.

In modo ingiusto e immotivato, secondo la CNA, che ha immediatamente preso le difese del proprio associato. L’intervento del consorzio fidi “Canova”, che garantisce al 50 per cento gli affidamenti dell’artigiano, ha scongiurato il peggio. I fidi sono stati riportati al valore precedente.

«Abbiamo fatto notare all’istituto di credito che l’azienda è sana e che non era proprio il caso di accampare scuse sulla patrimonializzazione perché è una snc, in cui l’imprenditore risponde con il proprio patrimonio personale che, nel caso specifico, è di tutto rispetto – racconta Walter Barzan, direttore della cooperativa di credito della CNA “Canova” -. Abbiamo fatto notare alla banca che il bilancio di un’azienda non va letto in modo rigido, che la salute e l’affidabilità di un’azienda vanno valutate tenendo in debita considerazione tutti i criteri e le variabili. Infine, abbiamo evidenziato che le cifre chieste in affidamento sono davvero irrisorie. Andiamo a mettere in crisi un’azienda sana per 5 mila euro? Non è il primo caso che ci capita. Temiamo che ci siano direttive nelle banche che vadano nel senso di ridurre gli affidamenti agli artigiani. Questo non deve accadere perché il credito è il polmone dell’impresa. Tanto più in un momento di difficoltà come l’attuale».

«Le banche devono tornare a fare le banche, e cioè a finanziare l’impresa e il lavoro, perché è questo ciò che devono fare – attacca Alfonso Lorenzetto, presidente provinciale della CNA -. Se alcune banche hanno deciso che la loro missione è fare speculazione finanziaria, sostenendo l’economia parassitaria invece di quella reale, lo dicano chiaramente. Se hanno deciso di mandare a carte quaranta il sistema della piccola e media imprese ce lo palesino. Giochiamo a carte scoperte, signori».

Il 70% delle pratiche effettuate dal consorzio fidi della CNA nel corso del 2013 sono rinnovi degli affidamenti a favore di aziende artigiane che le banche e il confidi conoscono bene. Per la CNA l’eccesso di prudenza da parte delle banche può essere compreso e tollerato nel caso di imprese nuove; risulta incomprensibile quando rivolto ad imprese con cui hanno relazioni positive da molti anni.

 


 

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