Tre gli obiettivi dell’Accordo provinciale CNA-sindacati: sicurezza, bioedilizia, innovazione e marketing

Ridurre gli incidenti nei cantieri edili, incentivare la bioedilizia, innovare e promuovere l’impresa artigiana: sono i principali obiettivi che si prefigge l’Accordo provinciale sull’Attività formativa per il Settore edile 2011 firmato da CNA e dalle tre categorie sindacali Filca-Cisl, Fillea-Cgil e Feneal-Uil.

Il pacchetto di interventi formativi previsto dall’Accordo è finanziato dalla CEVA (Cassa Edile Veneta Artigiana) e gratuito per le imprese associate. L’offerta formativa è rivolta a tutti i dipendenti di imprese artigiane del settore edile e agli imprenditori artigiani del comparto, anche non aderenti alla CEVA.

La sicurezza è al primo posto. I rischi per i lavoratori edili infatti sono molto più elevati che per altre categorie, sia per il tipo di lavoro nei cantieri, che prevede l’uso di macchinari e attrezzature complessi e situazioni di oggettivo pericolo, come il lavoro in altezza.

Nel 2011 la CNA organizzerà una ventina corsi di formazione, che vanno dal primo soccorso alla prevenzione antincendio, dalla preparazione per gruisti e operatori di macchine per il movimento terra alla documentazione obbligatoria per chi apre un cantiere. Ma anche un percorso sul bilancio sociale e la certificazione etica dell’impresa, per andare oltre gli attuali modelli di business e puntare sul vero capitale dell’azienda: la risorsa umana.

Anche i corsi di italiano per lavoratori stranieri rientrano nella prevenzione degli incidenti nei cantieri edili: chi non sa la lingua italiana, infatti, è più a rischio perché può non essere in grado di comprendere indicazioni in caso di pericolo.

Il rilancio del settore edile nella Marca Trevigiana, uno dei comparti che ha risentito maggiormente della crisi economica, con una perdita di posti di lavoro di circa 6000 unità dall’inizio della crisi, passa anche attraverso un nuovo modo di costruire, all’insegna della qualità, del rispetto dell’ambiente, del risparmio energetico.

“Progetto bioedilizia” è la seconda tranche di interventi formativi previsti dall’Accordo CNA-sindacati, con percorsi altamente qualificanti per trasferire alle aziende artigiane nuove competenze di edilizia sostenibile (uso dei materiali, nuove tecnologie…) e una nuova visione dell’abitare.

Il “Progetto bioedilizia” è uno degli elementi innovativi e caratterizzanti l’Accordo 2011.

Il terzo filone riguarda la gestione e la promozione dell’impresa artigiana. Le piccole imprese e le imprese artigiane scontano spesso deficit di competenze gestionali, organizzative e di marketing. Competenze sempre più necessarie in un mercato altamente competitivo in cui hanno possibilità di sopravvivenza e crescita solo le imprese evolute. I corsi che verranno messi in campo vanno dal controllo di gestione al marketing, dal corso tempi e metodi alla creazione di siti internet per imprese edili.

In provincia di Treviso sono 1284 i dipendenti iscritti alla CEVA e 329 le ditte aderenti. La formazione è però aperta anche ai non iscritti. Per le imprese associate i corsi sono completamente gratuiti.

«L’Accordo è volto, da una parte, a promuovere la sicurezza nei cantieri e, dall’altra, a migliorare l’offerta abitativa delle imprese edili, all’insegna della qualità e della sostenibilità, e a garantirne la tenuta occupazionale – afferma Giuliano Chies, responsabile Relazioni sindacali della CNA provinciale di Treviso -. È solo attraverso la formazione, che significa riqualificazione delle competenze, sicurezza e legalità nei cantieri, che l’edilizia trevigiana potrà uscire dalla crisi economica. Il percoso per definire l’uso dei fondi è stato perfettamente condiviso con le organizzazioni sindacali e questo è motivo di orgoglio».

«È fondamentale far capire alle imprese che il futuro passa attraverso la responsabilità sociale d’impresa, per questo uno dei percorsi inseriti nell’accordo riguarda proprio il bilancio sociale e la certificazione etica dell’impresa – spiega Francesco Orrù, segretario provinciale della Filca-Cisl -. Essere socialmente responsabile significa, per un’impresa, andare al di là del tradizionale concetto di businnes, investendo nel capitale umano, nell’ambiente di lavoro e nei rapporti con le altre parti interessate. Oggi le aziende, se vogliono essere competitive sul mercato, devono investire in questi aspetti, non solo eseguire un lavoro, non solo costruire una casa, ma comunicare chiaramente all’esterno con quali materiali e tecniche viene costruita una casa, che impatto ha sul territorio…»

«Questo Accordo ha una valenza straordinaria se verrà applicato – dice Loris Dottor, segretario provinciale della Fillea-Cgil – perché nella situazione di mercato che abbiamo serve ricostruire il tessuto produttivo della nostra provincia a partire dalla struttura delle imprese oltre che della manodopera che viene impiegata presso le imprese. Quindi abbiamo bisogno di avere nel nostro territorio un tessuto che possa aggredire il mercato, che non aspetti il mercato, che sia in grado di offrire alla clientela potenziale anche soluzioni che vadano nel senso del risparmio energetico, della riqualificazione del nostro patrimonio abitativo, della sicurezza edilizia, molto importante per evitare disastri quando si verificano catastrofi ambientali come in terremoti».

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