CCIAA, Rosolen: «Sì ad aggregazioni e riforma della governance, no a smantellamento»

Sì ad aggregazioni e riforma della governance, no a smantellamento di istituzioni importanti per l’economia del territorio. È la posizione della CNA sulla riforma delle Camere di Commercio.

«Le Camere di Commercio costituiscono uno strumento importante ed essenziale che in questi anni ha sempre accompagnato e sostenuto le imprese italiane, dal credito ai processi di aggregazione, innovazione e internazionalizzazione, ed ha svolto un ruolo prezioso nella lunga crisi attraversata dalla nostra economia. Il sistema camerale si può e si deve riformare, con l’obiettivo di raggiungere una maggiore efficienza: una sana spending review è auspicabile anche nel sistema camerale; la sua eliminazione, invece, sarebbe un grave errore: le funzioni che le Camere svolgono attualmente verrebbero infatti disperse tra numerosi enti, con il rischio di accumulare ulteriori inefficienze e complessità burocratiche».

Lo afferma Giuliano Rosolen, direttore provinciale della CNA di Treviso, commentando la ventilata soppressione delle Camere di Commercio prospettata dal Governo nel prossimo DEF.

«Se vogliamo favorire la crescita economica del Paese e la sua competitività – continua il direttore della CNA – è necessario puntare ad una innovazione del sistema camerale esistente, che rappresenta una espressione di democrazia economica e un valore aggiunto per lo sviluppo e la promozione delle economie del territorio in quanto, in particolare, coinvolge le imprese di minore dimensione. L’aggregazione, con un’unica camera di commercio a livello regionale,  potrebbe essere una risposta equilibrata alla necessaria semplificazione e sburocratizzazione. La riforma dovrebbe intervenire, oltre che sulla razionalizzazione degli enti esistenti, sul riordino delle aziende speciali controllate; sul miglioramento degli assetti e del processo di governance; sull’individuazione delle funzioni di servizio prioritario per le PMI».

«Non confondiamo le funzioni con i soggetti – conclude Giuliano Rosolen – Le imprese, in particolare quelle di piccola dimensione, hanno necessità di disporre di funzioni di promozione per l’internazionalizzazione, per il sostegno al credito, per la creazione di reti, per lo sviluppo delle economie locali. Per svolgere questi compiti, se non ci fossero, dovremmo costituire delle Camere di Commercio. D’altro canto, organismi come le Camere di Commercio italiane esistono in tutti i Paesi OCSE e in tutta l’Unione Europea e sono un felice connubio pubblico-privato».


 

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