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Allarme mafia, la CNA: «Rifinanziare il fondo antiusura. Intervenga la Regione»
«Rifinanziare subito il fondo antiusura per bloccare il fenomeno delle infiltrazioni mafiose nell’economia sana del Veneto e della Marca». Lo chiede la CNA provinciale di Treviso, denunciando il fatto che il fondo, destinati ai consorzi fidi 106, quelli con operatività sotto i 200 milioni di euro l’anno, non viene più finanziato da ormai due anni.
«La criminalità organizzata ha fiumi di denaro sporco da investire, mentre le aziende, soprattutto le piccole e medie, sono in crisi di liquidità a causa dei mancati pagamenti e della stretta creditizia delle banche – afferma Giuliano Rosolen, direttore della CNA provinciale di Treviso -. Abbiamo visto con quanta facilità le mafie si stiano infiltrando nel tessuto economico della nostra regione, proprio approfittando del bisogno di liquidità delle imprese».
Grazie al fondo antiusura, istituito con la legge 108/96 e destinato ai confidi, gli affidamenti alle aziende a rischio usura erano garantiti per l’80% dallo Stato e per il 10% dal capitale degli stessi confidi, con un rischio per le banche di solo il 10%.
Potevano usufruire di questo fondo proprio le aziende in difficoltà economica, a cui le banche avevano già negato la richiesta di finanziamento, e dunque a rischio di finire nelle mani degli usurai mafiosi, come è successo ad oltre un centinaio di imprenditori padovani e vicentini.
«Di media facevamo dalle cinque alle dieci pratiche all’anno, ed era una risposta molto utile – spiega Rosolen -. Ma da due anni non vediamo più un euro dallo Stato. In questo momento di crisi economica, che ha reso più debole e a rischio il nostro tessuto produttivo, il fondo antiusura andrebbe rifinanziato immediatamente. La Regione Veneto, vista la sensibilità dimostrata dal presidente Zaia sul fenomeno della mafia, potrebbe dare il proprio contributo in questo senso, come ha fatto in questi giorni la Regione Sardegna con un provvedimento ad hoc».