Asse Veneto Lombardia nel credito: fusione tra Sviluppo Artigiano e Fidimpresa

Per gli artigiani della Cna il Lombardo-Veneto potrebbe tornare ad essere una realtà, almeno per quanto riguarda il credito.
Fidimpresa Lombardia, che ha unito cinque province della regione (Brescia, Como, Cremona, Lecco e Pavia), e Sviluppo Artigiano, che ha messo insieme cinque delle venete (Belluno, Padova, Rovigo, Venezia e Verona, cui dovrebbero seguire tra poco Treviso e Vicenza) hanno portato a termine la fusione dei loro Confidi creando un gigante del credito per le piccole e medie imprese artigiane.

L’unione porterà a mettere insieme la forza di 34mila imprese associate, con 314 milioni di euro finanziamenti deliberati nel 2010, un patrimonio di vigilanza di 19 milioni e un miliardo e mezzo di potenziali nuovi finanziamenti gestiti da undici sedi divise tra Veneto e Lombardia.

L’operazione, illustrata ieri dai vertici delle due organizzazioni, Fiorentino da Rold e Mario Borin per Sviluppo Artigiano, e Anna Maria Ferraboli per Fidimprese, ha l’obiettivo non solo di arginare la stretta creditizia e aiutare un mondo ultrapenalizzato dalla crisi come quello artigiano, ma anche quello di fare da calamita per altre aggregazioni. «Speriamo nei prossimi tempi in un’unione con i Confidi di Cna Piemonte, siamo un sistema che deve crescere per essere più competitivo» dice la presidente di Fidimpresa Lombardia Ferraboli.

L’unione è stata benedetta a distanza dall’assessore allo Sviluppo economico, Maria Luisa Coppola, che, ufficialmente, ha dovuto dare forfait perché impegnata nella discussione del bilancio regionale. È un fatto che nel bilancio della Regione non c’è più un euro per l’artigianato e che tutti i finanziamenti al mondo industriale, compresi quelli ai consorzi che sono riconosciuti dalla Banca d’Italia come intermediari vigilati secondo l’articolo 107 del Testo Unico, saranno smistati da Veneto Sviluppo.

Non si capisce, però, con quali modalità: «Una cosa è che vadano a costituire un’ulteriore garanzia per i Confidi, potendo così trasformarsi in un moltiplicatore dell’attività creditizia da questi esercitata, un’altra è che siano dati in concorrenza con essi, che sarebbe davvero uno spreco» dice l’amministratore delegato di Sviluppo Artigiano Borin. Ma l’assessore Coppola assicura: «Stiamo lavorando per mettere a punto una bozza di regolamento, una parte dei fondi sarà gestita insieme ai Confidi, non vogliamo che Veneto Sviluppo si trasformi in un loro competitor».

L’unione di Veneto e Lombardia è così un primo passo per costruire una realtà ben più vasta di quella provinciale che possa fare massa critica e da catalizzatore per attrarre altre realtà simili. Resta ancora da avviare, a livello regionale Veneto, quel processo che ha portato alla costruzione di Rete imprese Italia e all’unione politica, a livello nazionale, delle diverse sigle del mondo dei “piccoli” nei diversi settori.

Proprio ieri le organizzazioni del Veneto di Cna, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti hanno fatto una prima riunione per elaborare una presa di posizione comune proprio sul problema dei finanziamenti che il magro bilancio della Regione ha cancellato quest’anno. Nel frattempo l’unione cercherà di fare fronte al problema del credito che resta ancora drammatico per le aziende artigiane: «Per più di 300 aziende siamo stati un salvagente, adesso la fusione dei Confidi – dice il presidente di Sviluppo Veneto da Rold – dimostra come sia possibile superare quei campanilismi territoriali, e di appartenenza, che sono spesso un freno allo sviluppo».

Articolo firmato da Alessandra Carini, su Il Mattino di Padova, la Nuova di Venezia e Mestre, la Tribuna di Treviso, Il Corriere delle Alpi


 

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