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Centinaia di cartelle esattoriali pazze. La CNA denuncia il nuovo sistema “rigido” di riscossione
Cartelle esattoriali pazze con cifre astronomiche di importi però già versati dai contribuenti. Casi clamorosi sono capitati ad artigiani iscritti alla CNA provinciale: Equitalia, per conto dell’Inps, ha inviato cartelle esattoriali con importi anche di oltre 15 mila euro. Importi già regolarmente pagati dai contribuenti ma rispetto ai quali non si era evidentemente verificato l’aggancio tra i modelli mandati dal consulente e il sistema informatico dell’ente previdenziale.
«Si tratta di errori da parte dell’amministrazione pubblica molto spiacevoli, che mostrano quanta strada ci sia ancora da fare in Italia per rendere civile il rapporto tra fisco e contribuente – afferma Giuliano Rosolen, direttore provinciale della CNA -. Sono infatti sbagli che costano all’imprenditore in termini di danaro e di tempo, bisogna infatti fare istanza di sgravio all’Inps e monitorare che nei successivi 60 giorni l’ente prenda atto dell’errore e lo comunichi a Equitalia. Se scadono in 60 giorni, infatti, la cartella esattoriale diventa esecutiva».
Al di là di questi due casi clamorosi per l’elevato valore degli importi, ce ne sono tanti di minori: centinaia di cartelle esattoriali che stanno arrivando in queste settimane da Equitalia sono infatti errate perché non aggiornate con i versamenti già eseguiti nel frattempo dai contribuenti. Gli istituti Inps, Inail o l’Agenzia delle Entrate non hanno registrato in tempi rapidi i ravvedimenti o i pagamenti tardivi con mora e vengono emesse cartelle non dovute.
Ma il problema è anche un altro, oltre a quello degli sbagli materiali: è diventato più rigido il sistema di riscossione con l’eliminazione da parte degli enti degli avvisi bonari ai contribuenti sostituito dall’invio diretto delle cartelle esattoriali da parte di Equitalia.
Questo nuovo sistema ha chiaramente l’obiettivo di velocizzare le procedure di riscossione, ma enfatizza gli errori della pubblica amministrazione e toglie ogni valvola di sfogo alle imprese già in difficoltà per via della crisi economica.
«Prendiamo atto che il ministro Tremonti ha riconosciuto lo stato di “oppressione fiscale” in cui vivono le aziende e questo nuovo corso del sistema di riscossione lo dimostra in maniera plastica – afferma Alessandro Conte, presidente della CNA provinciale -. Ma invece di esternare i nostri politici dovrebbero risolvere questi problemi pratici. Se non lo fanno loro, chi lo deve fare? Ci troviamo di fronte ad uno scaricabarile inaccettabile tra la politica e l’amministrazione finanziaria. Il fisco vessa sempre di più le imprese e non è mai colpa di nessuno».
Due le richieste di CNA. La prima: sia data la possibilità alle associazioni di categoria e ai commercialisti di avere accesso diretto alle banche dati di Equitalia per monitorare la posizione del cliente, sapere in tempo reale cosa eventualmente non ha pagato. La procedura di accesso per gli intermediari fiscali dovrebbe essere la stessa che si attua nei confronti del cassetto fiscale dell’Agenzia delle Entrate.
La seconda: Inps, Agenzia delle Entrate, Inail ed Equitalia aprano dei canali preferenziali per il personale delle associazioni di categoria al fine di risolvere rapidamente i contenziosi. CNA chiede inoltre che siano potenziati con personale aggiunto gli sportelli degli enti interessati alla verifica delle cartelle esattoriali onde evitare perdite di tempo e arrabbiature degli utenti incolpevoli degli errori dell’amministrazione finanziaria.