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Concorrenza sleale, Rosolen: gli esposti-denuncia delle associazioni di categoria abbiano una corsia preferenziale
«La concorrenza sleale va combattuta perché danneggia le imprese e i consumatori, ma nel rispetto dei ruoli reciproci: alle istituzioni e alle forze dell’ordine spetta l’attività ispettiva e repressiva, alle associazioni di categoria tocca quella culturale, di diffusione tra i propri iscritti di una cultura della legalità. Hanno dunque ragione Vardanega e Pozza: le nostre associazioni non possono e non devono sostituirsi agli organi dello Stato».
Giuliano Rosolen, direttore della CNA provinciale di Treviso, entra nel dibattito sulla concorrenza sleale tornato all’ordine del giorno dopo la scoperta di laboratori clandestini assoldati da noti marchi della moda.
«Ogni anno raccogliamo almeno una trentina di segnalazioni da parte dei nostri soci di concorrenze “sleali”, siano esse cantieri che utilizzano manodopera non regolare o aziende che violano le norme ambientali, e le trasformiamo puntualmente in esposti-denuncia alle autorità competenti – continua Rosolen -. Sarebbe utile che i nostri esposti-denuncia (come tutti quelli che arrivano dagli altri corpi organizzati della società) godessero di una corsia preferenziale per avere più immediatezza nei controlli e nelle repressioni».
«Quanto alle espulsioni, la CNA allontana dall’associazione i soci che violano lo Statuto e il Codice etico, non applicano i contratti di lavoro, non versano i contributi previdenziali e assicurativi, non adempiono ai loro doveri di contribuenti, e via discorrendo – conclude il dirigente -. Su questo punto non facciamo sconti a nessuno perché siamo convinti che la qualità dei prodotti e dei servizi proceda a braccetto con la legalità e il rispetto delle regole. Non si può invece chiedere alle associazioni di categoria attività ispettive in campi che non competono loro».