Discarica di Casale, CNA: «No alla discarica»

Il direttore Giuliano Rosolen risponde al sindaco Giuliato

«Il territorio agricolo è una risorsa da salvaguardare. Ogni anno nella nostra provincia viene sacrificata al cemento una superficie pari a Ca’ Tron. Il consumo di suolo vergine, dunque, va fermato, siano ad ambirlo mega centri commerciali o discariche».

Lo afferma Giuliano Rosolen, direttore della CNA di Treviso, che prende posizione sulla nuova discarica di Casale rispondendo all’appello del primo cittadino Stefano Giuliato che ha chiesto sostegno alle categorie economiche alla sua battaglia contro l’impianto.

«La crescita sostenibile della Marca Trevigiana è strettamente legata all’agroalimentare di eccellenza e al turismo di qualità, due settori che richiedono non solo aree sottratte alla cementificazione e allo sfruttamento ma una politica attiva di salvaguardia del territorio e del paesaggio – continua Rosolen – Tuttavia, anche una corretta politica di gestione dei rifiuti è fonte di sviluppo di un territorio. A questo proposito noi riteniamo che si debba spingere al massimo l’acceleratore sulla raccolta differenziata e sulla valorizzazione del rifiuto attraverso il riciclo e non solo».

Per la CNA, avviare il rifiuto a discarica non permette di valorizzarlo, facendolo rientrare nel ciclo produttivo, anche come fonte energetica alternativa.

E se le discariche comunque servono perché da qualunque lavorazione del rifiuto, anche la più radicale, rimangono degli scarti, il caso di Casale sul Sile non si pone, in quanto quella comunità ha già sacrificato una parte del suo territorio ad un impianto di smaltimento.

«È evidente che i sacrifici di territorio agli impianti di smaltimento vanno ripartiti in modo equo tra i territori, senza che siano accanimenti su alcuni in virtù magari di dissonanze politiche tra amministrazioni – commenta -. Sarebbe auspicabile un confronto tra Regione, istituzioni locali, associazioni di categoria e ambientali sulla pianificazione di questi siti a livello locale e regionale. Scopriremmo magari che gli attuali siti di trattamento dei rifiuti a livello regionale sono sufficienti o che basta adeguare gli esistenti senza ricavarne di nuovi in aree vergini».

Rosolen auspica che la battaglia della comunità di Casale contro la discarica sia occasione anche per il ripensamento della sua vocazione territoriale, legata al turismo ambientale e fluviale nello splendido parco del Sile e verso la vicina Venezia raggiungibile via corso d’acqua.

«Le battaglie come quella, sacrosanta, contro la discarica devono diventare occasione per ripensare le vocazioni di un territorio perché difendere un territorio significa anche pensare nuovi modi di farlo crescere – conclude il direttore della CNA –. Una comunità che ha trovato e persegue una sua speciale vocazione di sviluppo diventa più attrattiva e florida, e anche meno facile preda di aggressioni contro il suo ambiente quali sono le cave e le discariche».


 

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