Efficienza energetica, dalla manovra d’estate spunta una nuova “tassa” che penalizza le imprese regolari

Tra le misure previste dalla manovra correttiva del governo, c’è l’introduzione di una ritenuta alla fonte del 10% che le banche dovranno applicare sugli importi dei bonifici con i quali i beneficiari delle agevolazioni fiscali (del 36% sulle ristrutturazioni edili e del 55% per il risparmio energetico) pagheranno le imprese esecutrici dei lavori.

«È un provvedimento che penalizza le imprese regolari, quelle che fatturano sistematicamente i loro lavori e pagano le tasse. La ritenuta del 10% sulle fatture riduce la liquidità delle imprese in una fase di crisi acuta che, tra l’altro, ha provocato una crescente difficoltà di accesso al credito per le piccole imprese del settore – denuncia Alessandro Conte, presidente della Cna provinciale di Treviso – Con questa norma si istituisce, con un’evidente forzatura, un’ulteriore anticipazione del prelievo fiscale su di un reddito per cui già sono versati acconti d’imposta; anticipazione che, tra l’altro, viene applicata sul ricavo anziché sul reddito, determinando, quindi, delle sicure situazioni di credito fiscale. Tutto questo senza apportare alcun contributo effettivo alla lotta all’evasione fiscale. L’amministrazione finanziaria ha infatti già tutti gli elementi per eseguire i controlli incrociando le informazioni inviate, in ogni caso, dai cittadini per ottenere tali agevolazioni».

In tema di lotta all’evasione, la CNA evidenzia che l’introduzione dell’incentivo fiscale su ristrutturazioni e manutenzioni si è rivelata una delle poche misure realmente efficaci nel far emergere aree di lavoro nero o irregolare. Gli incentivi vanno perciò mantenuti e potenziati: pertanto il provvedimento, che rischia di ridurne la portata, deve essere valutato con attenzione. Nella crisi che le imprese stanno affrontando, quelli delle manutenzioni e ristrutturazioni e degli interventi per l’efficienza energetica, sono tra gli unici mercati che stanno ancora tenendo.

Stabilizzare l’incentivo del 55%. La CNA lo ha chiesto ai parlamentari trevigiani. Risposte da Dozzo e Rubinato.

Per questo, la Conte nei giorni scorsi ha inviato una lettera (in allegato) ai parlamentari trevigiani per sollecitare la stabilizzazione dell’incentivo del 55% sul risparmio energetico in scadenza il 31 dicembre 2010.

La possibilità di detrarre dalle tasse il 55% delle spese sostenute per interventi di riqualificazione energetica – si legge nella missiva – ha decisamente contribuito alla crescita dell’economia del Paese: infatti le circa 600 mila domande presentate in tre anni portano a calcolare un volume di poco meno di 8 miliardi di euro di investimenti in ristrutturazioni e isolamento di edifici, in installazioni di pannelli solari, di caldaie a condensazione, infissi ed impianti a maggiore efficienza.

«Tale agevolazione è vitale per le tante nostre imprese artigiane – scrive Conte -. Ha infatti il merito di evitare il blocco degli interventi di ristrutturazione edilizia e di riqualificazione energetica degli edifici, che avrebbe una ricaduta negativa in termini economici e occupazionali sui settori delle costruzioni, dell’impiantistica, della produzione di serramenti e infissi. Il corposo incentivo statale è finora riuscito a vincere la scarsa propensione delle famiglie a fare investimenti, tipica di un periodo di crisi economica».

I benefici del 55%, naturalmente, non sono solo economici e fiscali, ma anche ambientali perché le soluzioni impiantistiche e di coibentazione incentivate dalla legge abbattono i consumi energetici e di conseguenza l’inquinamento.

All’invito della CNA hanno finora risposto i deputati Giampaolo Dozzo e Simonetta Rubinato, che gli Artigiani ringraziano per la solerte risposta e per l’assunzione di impegno in merito.  

 


 

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