Il Centro di Ascolto Caritas per imprenditori in crisi potenzia rete e servizi

Giovedì 31, nella sede della Diocesi di Treviso, alla presenza del vescovo Sua Eccellenza mons. Gianfranco Gardin, è stato sottoscritto il protocollo di intesa per potenziare il Centro di Ascolto dedicato agli imprenditori in crisi, avviato un anno fa a febbraio su iniziativa del direttore della Caritas tarvisina don Davide Schiavon.

Il protocollo è stato firmato dalla Caritas con i soggetti che stanno dando supporto al progetto, denominato “Penelope” proprio per evocare il concetto di rete territoriale, attivabile all’occorrenza per aiutare chi è in difficoltà. Si tratta di: Acli, Ascom-Confcommercio, CCIAA, CNA, Coldiretti, Confartigianato, Fondazione Banche di Credito Cooperativo, Provincia di Treviso, Rotary Club di Treviso, Ucid, Unindustria.

«Il progetto è nato osservando le difficoltà di molte persone che gestiscono piccole attività economiche e dalla necessità di toglierle prima di tutto dall’isolamento, facendosene carico e orientandole dal sotto il profilo umano e relazionale – ha spiegato don Davide schiavon -. Successivamente queste persone vengono messe in contatto con consulenti e professionisti che possano dare loro un aiuto concreto a seconda dei bisogni. Si tratta di un progetto a costo zero, in cui ogni partner mette a disposizione le sue competenze».

Come si può leggere nel protocollo, il servizio ha le seguenti finalità: a) aiutare gli imprenditori in difficoltà a trovare qualcuno che li ascolti e faccia sentire prossimità e sostegno; b) offrire un percorso di sostegno nelle difficoltà agli imprenditori che sono in situazione di dissesto finanziario; c) offrire degli strumenti per acquisire maggior consapevolezza e comprensione della complessità della propria situazione e del proprio contesto; d) offrire degli orientamenti dal punto di vista sociale, psicologico, legale, economico e finanziario.

In un anno il Centro di Ascolto per imprenditori in crisi ha accolto una trentina di imprenditori, di cui solo 2 stranieri, nella quasi totalità di sesso maschile e di un età compresa tra i 40 e i 60 anni, titolari in genere di piccoli esercizi commerciali o artigianali, messi in ginocchio dalla crisi economica.

«Un tentativo di aggiornamento della carità, costretta ad adeguarsi a nuovi contesti: abbiamo la consapevolezza che questa crisi ha pesanti ricadute non solo sul portafoglio ma sul vissuto degli imprenditori in difficoltà. Si generano situazioni che si consumano nella solitudine. Bisogna dimostrare vicinanza, prossimità, solidarietà. Unici strumenti per aiutare le persone a superare la tentazione di farla finita». Così il Vescovo Gardin ha definito il progetto “Penelope”, riflettendo sul fatto che i bisogni sociali sono sempre in aumento e che le risposte che si riescono a dare sono sempre al di sotto di quello che ci vorrebbe.


 

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