Mattia Panazzolo è vicedirettore di CNA territoriale di Treviso

Mattia Panazzolo, 37 anni, è il nuovo vicedirettore di CNA territoriale di Treviso. Consulente del Lavoro e già vicedirettore di CNA Castelfranco Veneto, ha accettato la proposta della Direzione provinciale di ricoprire il prestigioso e oneroso incarico che lo vede ora collaborare a stretto contatto con l’attuale direttore Giuliano Rosolen.

«La missione della nostra Associazione è sostenere le piccole e piccolissime imprese in un percorso di crescita che modifichi profondamente il loro modo di fare impresa adeguandolo alle richieste del mercato – afferma Panazzolo -. Favorire questa evoluzione consentirà loro di superare al meglio le incognite che presenta l’attuale stagione economica e sociale e cogliere le altrettante grandi opportunità».

Vicedirettore Panazzolo, quali sono le principali criticità che deve affrontare oggi una piccola impresa nel nostro Paese?

«L’Italia è un paese a misura di grande impresa. E questa è una contraddizione inaccettabile, dal momento che oltre il 90 per cento della sua ossatura produttiva è costituita da piccole e piccolissime imprese. Eppure il carico burocratico, che pesa per oltre 30 miliardi di euro annui, è a misura di grande impresa: ogni ditta dovrebbe avere tre impiegati amministrativi per farvi fronte».

 Burocrazia, dunque. E poi?

«Il secondo nodo è quello del fisco. In proporzione le PMI subiscono una tassazione più alta delle grandi imprese che possono godere dell’aliquota fissa del 24%. Un artigiano lascia allo Stato, in fisco e contributi, anche tre quarti di quello che incassa. Certamente serve una riforma fiscale che sostenga il tessuto di piccole, piccolissime e microimprese e che nel contempo favorisca la loro crescita dimensionale. C’è poi la questione dell’accesso al credito che ancora penalizza troppo le nostre aziende mentre la normativa favorisce ancora eccessivamente gli istituti di credito, con il rischio ormai concreto di far scivolare nell’illegalità pezzi di economia locale».

 L’economia trevigiana è in salute?

«Al netto degli indicatori economici che registrano negli ultimi sei mesi un rallentamento sul fronte dell’export, il nostro tessuto imprenditoriale ha una cultura del lavoro molto avanzata e una elevatissima capacità di concretizzare le idee. Tuttavia, il piccolo imprenditore sconta la difficoltà a guardare fuori del proprio capannone o laboratorio e vivere da protagonista le grandi sfide economiche che hanno investito e ancor più ci investiranno. Il mondo viaggia alla velocità della luce e la chiave per rimanere al passo è l’accesso alle informazioni e alla nuove tecnologie, che sono più facilmente reperibili di un tempo pur essendo radicalmente cambiato il modo con cui entrarvi in contatto».

 Cosa si propone di fare, in concreto, CNA per aiutare le nostre imprese a rimanere competitive?

«Lavoreremo per far penetrare sempre di più queste informazioni e le nuove tecnologie all’interno delle imprese coltivando la curiosità dell’imprenditore: nessuno come lui, poi, saprà come adattarle al suo specifico e speciale contesto imprenditoriale.

È fondamentale inoltre incentivare la voglia dei giovani a fare impresa: il trend demografico della nostra regione è più che preoccupante. Nel 2050 in Veneto ci sarà un pensionato per ogni lavoratore: questi numeri pongono seriamente il problema della sostenibilità del nostro sistema economico e sociale.

Incentivare i giovani a fare impresa, a costruire il proprio futuro nell’impresa è una sfida che raccogliamo con entusiasmo».


 

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