Maurizio N. "Ero depresso per crisi, lo psicologo mi ha rimotivato"

«Mi alzavo la mattina senza stimoli. Non riuscivo a concentrarmi sul lavoro. Passavo ore e ore prima di iniziare a fare qualcosa. Lo sconforto spesso mi portava al pianto». Maurizio N., 51 anni, è un commerciante trevigiano che gestisce un negozio di elettronica di consumo fuori provincia.

Il suo è un settembre nero: gli affari vanno male e deve mettere in cassa integrazione quattro dei suoi dipendenti. La mancanza di prospettive di un’attività che eredita dal padre lo manda in tilt.

«Ho sentito un annuncio alla radio e ho chiamato il numero verde della Regione Veneto (l’800334343, ndr). Mi hanno dato l’appuntamento con lo psicologo da lì a qualche giorno e sono stato aiutato. Adesso non è che gli affari vadano meglio, ma mi è tornata la chiarezza e la lucidità per affrontare con grinta la vita. Ho cambiato atteggiamento da subito, mi sono rimotivato e mi sono rimesso a lavorare».

Cosa le è stato utile sentirsi dire in sede di colloquio?

Lo psicologo mi ha aiutato a valutare il mio operato in maniera diversa. In quei momenti pensi che se le cose non vanno bene è perché non stai facendo la cosa giusta. Quello che stavo facendo, invece, andava bene e il non successo – le vendite crollate, le banche che non mi prestavano denaro, la cassa integrazione per i dipendenti – non dipendeva da me, ma dalla situazione di crisi generale.

Cosa le pesa del suo lavoro che una volta non le pesava?

La responsabilità che mi trovo sulle spalle. Per le famiglie dei dipendenti e dei collaboratori, oltre che per la mia, ho moglie e due figli piccoli. E l’elevata competitività sui prodotti di elettronica. Bisogna tenersi sempre aggiornati e avere l’ultimo modello di ogni prodotto, ma se manca la liquidità non si possono acquistare i materiali nuovi e di conseguenza il mio negozio perde di attrattiva. Pesa la mancanza di prospettive per il futuro.

Oltre al progetto InOltre della Regione, ha trovato altri aiuti?

I miei fornitori. Le aziende che mi vendono i prodotti mi conoscono e hanno fiducia in me. Quando mi sono trovato senza liquidità, ne ho parlato con loro e mi hanno dato scadenze più lunghe per i pagamenti, lasciandomi spiragli.

Chi l’ha ostacolata?

Le banche. Ho chiesto prestiti dando in garanzia le proprietà di famiglia ma me li hanno negati perché avevo già dei fidi. Adesso che ho ridotto l’esposizione riproverò a chiedere un mutuo per la ristrutturazione dei debiti che ancora ho. Vediamo.

Ha trovato altre fonti di motivazione?

Il consorzio di commercianti di cui faccio parte che sfocerà in una rete di imprese. Insieme discutiamo delle nostre prospettive, affatto rosee, e condividiamo i problemi. Sto dedicando del tempo a questo progetto imprenditoriale, insieme si ragiona meglio sulle prospettive del settore, ci si riorganizza, ci si sostiene a vicenda, si progetta nuove formule di business.

Ha mai pensato di farla finita?

Senti le storie degli altri che si tolgono la vita e ti chiedi tu, che stai malissimo, cosa vuoi fare. In certi momenti togliersi di mezzo appare come una liberazione. Io ho pensato alla mia famiglia e ho chiamato il numero verde della Regione. Ho trovato persone competenti, che mi hanno accolto e rimotivato. Invito i miei colleghi imprenditori a chiamare, se ne hanno bisogno, senza vergognarsi.

Francesca Nicastro


 

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