Nella Marca un Osservatorio permanente antimafia

«Istituire un osservatorio permanente antimafia nella Marca Trevigiana, composto da rappresentanti delle associazioni di categoria, delle organizzazioni sindacali, delle forze dell’ordine, delle istituzioni locali, degli istituti di credito e delle associazioni di volontariato che operano sul fronte della legalità».

Lo chiede Alessandro Conte, presidente della CNA provinciale di Treviso, che già nei mesi scorsi aveva lanciato l’allarme mafia nella nostra regione e i tentativi di infiltrazione della malavita organizzata nella nostra economia.

«L’operazione della Dia di Padova e dei carabinieri del reparto operativo di Vicenza, che hanno sgominato un’organizzazione legata ai casalesi che prestava ad usura a imprenditori in difficoltà, conferma le nostre preoccupazioni – continua Conte -. La mafia è un cancro che sta infettando anche il Veneto, ormai nessuno lo può più negare, e non possiamo permetterci che diventi metastasi. Contro questo male che dilaga, l’attivismo della magistratura e delle forze dell’ordine non basta, devono fare fronte comune tutte le forze sociali ed economiche, a cominciare da chi lavora a stretto contatto con le imprese come le associazioni di categoria e i sindacati. Per questo proponiamo di istituire un osservatorio permanente antimafia a Treviso, che monitori la situazione e si faccia promotore di iniziative di promozione della legalità nelle aziende e nella società trevigiana».

La crisi economica, con il crollo degli ordini, la difficoltà nell’accesso al credito, il ritardo nei pagamenti e la mancanza di liquidità delle aziende, centuplica il rischio di infiltrazioni nell’economia sana da parte delle organizzazioni criminali. A rischio sono soprattutto le piccole e medie imprese che hanno più difficoltà a vedersi accordati fidi dagli istituiti di credito.

«Ci appelliamo ancora una volta alle banche perché allentino la stretta creditizia, alle istituzioni perché finanzino i consorzi fidi, e agli imprenditori perché denuncino ogni ingerenza sospetta nella loro attività, rivolgendosi alle associazioni di categoria e alle forze dell’ordine – conclude Conte -. L’economia criminale uccide l’economia sana e uccide ogni prospettiva di sviluppo del Paese».  


 

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