Prima tagliare i costi della politica. Solo dopo le pensioni

«Il Governo pensa di salvare i conti pubblici e far ripartire l’economia spremendo i pensionati, che in questi anni hanno già visto crollare del 30-40% il loro potere d’acquisto. È però inaccettabile che la chiamata al sacrificio sia rivolta sempre agli stessi. Dia invece il buon esempio chi è in Parlamento e chi lo è stato: ci sono 50enni, con 15 anni di servizio in Aula, che ogni mese prendono pensioni nette di oltre 5 mila euro. Vanno cancellati questi inaccettabili privilegi anche se sono “diritti acquisiti”, va tagliato radicalmente il costo della politica e riformato lo Stato, prima di mettere le mani nelle tasche di noi pensionati “comuni” che abbiamo lavorato e fatto sacrifici per tutta una vita».

Lo denuncia Vittorio Biasotto, presidente della CNA Pensionati della provincia di Treviso, l’associazione della CNA a cui sono associati oltre 1.500 pensionati del lavoro autonomo artigiano.

«Siamo consapevoli che il momento per il Paese è grave, che l’Europa ci chiede un passo avanti ulteriore – continua Biasotto – ma non ci pare che questa consapevolezza appartenga ai nostri uomini politici, che se vogliono chiedere sacrifici devono essere i primi a dare l’esempio. Invece, i loro privilegi se li tengono ben stretti, mentre gli imprenditori, le famiglie, i pensionati sono ogni giorno più spremuti e sfiduciati».

Sconcerto e contrarietà, dunque, per gli annunci governativi di possibili interventi in materia pensionistica per recuperare quei 30-40 miliardi di euro che permetterebbero al nostro Paese di raggiungere il paraggio di bilancio nel 2013, invece che nel 2014, come chiede a gran voce la BCE, unitamente a una radicale riforma del mercato del lavoro.

Ma anche per l’introduzione del ticket sanitario, che gli amministratori regionali avevano promesso di non introdurre. «Il nuovo ticket sulla salute è inaccettabile perché colpisce indistintamente chi ha e chi non ha – conclude Biasotto -. Le risorse vanno recuperate con una lotta seria all’evasione fiscale, al lavoro nero e, soprattutto, tassando le grandi rendite e i grandi patrimoni, le transazioni finanziarie, non colpendo senza distinzioni di reddito chi è malato ed ha bisogno di curarsi».

Se proprio si deve tassare la salute, che nella nostra Carta costituzionale è uno dei diritti fondamentali, la CNA Pensionati propone che si introducano ticket differenziati per reddito, esonerando le fasce basse, calmierandoli per quelle medie, e chiedendo un sacrificio maggiore a chi ha redditi più elevati.


 

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