Un ponte "rosa" verso la Turchia con Kagider e CNA Impresa Donna

Un ponte di interscambio culturale ed economico verso la Turchia, paese il cui Pil cresce a ritmi dell’8% l’anno, l’hanno gettato le imprenditrici della CNA di Treviso che hanno firmato un protocollo di intesa con il Kagider, associazione turca di donne imprenditrici con sede a Istanbul, coinvolgendo in questa collaborazione anche la Consigliera provinciale di Parità.

L’intesa è stata ufficializzata questa mattina in un incontro a cui hanno partecipato Mariarosa Battan, coordinatrice di CNA Impresa Donna, Alessandro Conte, presidente provinciale della CNA, la Consigliera di Parità Stefania Barbieri, l’assessore provinciale alle Attività Produttive Michele Noal, il direttore di Treviso Glocal Rossella Bianchi, alcune imprenditrici trevigiane, e in videoconferenza da Istanbul Gülden Türktan, presidente del Kagider con le sue assistenti.

Il protocollo era stato concordato nei contenuti durante la missione istituzionale di CNA Treviso a Istanbul, lo scorso ottobre. Quindi, dopo alcuni mesi di gestazione e contatti tra le due associazioni, si è arrivati alla firma del documento, condiviso e firmato anche dalla Consigliera provinciale di Parità. L’iniziativa è unica nel suo genere in Italia.

«È subito nata una bella sintonia con le donne turche – ha affermato Mariarosa Battan -. Vorremmo trasferirci buone pratiche, esperienze, informazioni, per favorire l'imprenditoria femminile, partendo dalle microimprese. Senza dimenticare che la Turchia è oggi un mercato molto dinamico, con un incremento medio del Pil del 8-9% l'anno, dove l'età media della popolazione è di 28 anni (in Italia di 43, ndr)».

Tramite la sottoscrizione di questa intesa le due associazioni si pongono l’obiettivo di far crescere l’imprenditoria femminile nelle rispettive realtà, sostenere l’impegno e il lavoro delle donne, nella convinzione che siano essenziali allo sviluppo e alla crescita dei due Paesi. Concretamente questo avverrà tramite lo scambio di informazioni circa i rispettivi progetti attivati e le azioni messe in campo nelle rispettive realtà, ma anche condividendo iniziative e progetti e facendo conoscere i reciproci territori e le opportunità di investimento.

«Kagider cerca di rendere più forti le donne, sia a livello economico che sociale, per questo ricerchiamo organizzazioni simili alla nostra, come è stato con CNA Treviso – ha spiegato in videoconferenza da Istanbul la presidente Gülden Türktan -. Operiamo per l'uguaglianza fra uomini e donne. Grazie al protocollo sottoscritto pensiamo sia nata una bella collaborazione con le imprenditrici trevigiane, protocollo di cui andiamo molto fiere».

Le imprenditrici turche hanno invitato le trevigiane a Istanbul il 27 e 28 settembre prossimo alla Conferenza mondiale di tutte le donne da loro organizzata e annunciato che, dopo quell’evento, verranno in visita nella Marca Trevigiana.

Lo scambio tra le due realtà imprenditoriali – Treviso e la Turchia – vuole essere prima di tutto culturale, ma dall’interscambio reciproco non potranno che nascere anche nuove partnership commerciali tra due realtà che, oltretutto, hanno un tessuto produttivo molto simile, caratterizzato dalla prevalenza della micro e piccola impresa, come ha sottolineato anche il presidente provinciale di CNA Alessandro Conte: «Un punto di forza del mercato turco, oltre ad essere simile a quello veneto con tante piccole imprese, è il fatto di essere vicino all'Italia, con buoni collegamenti. Quindi decisamente più abbordabile di altri mercati del Far East».

Gli scambi commerciali tra la Marca Trevigiana e la Turchia sono del resto già consistenti.

Nel 2011 la provincia di Treviso ha esportato in Turchia merci per un valore di 148.105.501 euro, oltre 20 milioni di euro in più rispetto al 2010. Anche l’import è aumentato: valeva 112.209.709 euro nel 2010, nel 2011 è salito a 141.378.433. La Marca in Turchia esporta soprattutto abbigliamento, macchinari per uso industriale e domestico e mobili. E importa principalmente articoli di abbigliamento, filati di fibre tessili e tessuti, altri prodotti tessili, maglieria, ma anche frutta e ortaggi, cemento e prodotti per l’edilizia.

Dall’osservatorio di Treviso Glocal, lo ha confermato anche Rossella Bianchi, direttore del consorzio di emanazione di Camera di Commercio di Treviso, associazioni imprenditoriali, banche, che si occupa di internazionalizzazione del sistema Treviso: «Le richieste da parte di aziende trevigiane di vendere nel mercato turco sono pressoché quotidiane. A differenza di dieci anni fa, quando le nostre imprese andavano in Turchia soprattutto per le produzioni tessili, oggi quel mercato si è decisamente evoluto, apprezza e richiede i prodotti italiani, ad esempio nell'edilizia, nella meccanica, nel settore del mobile. È proprio di ieri la richiesta di un'azienda trevigiana, produttrice di rubinetti per vasche idromassaggio, che ci ha contattato per una ricerca di un partner nel mercato turco».

La Consigliera di Parità Stefania Barbieri ha sottolineato come «sia essenziale fare rete e fare squadra, specie per uscire da questa crisi» e l’assessore alle Attività Produttive Michele Noal ha dato l’avvallo della Provincia di Treviso all’iniziativa portando anche i saluti del presidente Leonardo Muraro: «Come rappresentante della Provincia di Treviso, vorrei sottolineare l'importanza della parità di genere. Specie in questo momento di difficoltà economica, è fondamentale creare ponti con Paesi emergenti, anche in settori di nicchia, meglio ancora se i progetti partono dalle donne. Senza dimenticare che lo scambio con la Turchia potrebbe avere un riscontro positivo sul fronte del turismo».

I firmatari del protocollo

Kagider è un’associazione turca, fondata nel 2002 da 37 imprenditrici di successo “per dare supporto allo sviluppo dell’imprenditorialità femminile in Turchia e rendere la donna turca economicamente e socialmente più forte”. Attualmente conta 228 membri ed è presieduta da Gülden Türktan.

CNA Impresa Donna è l’associazione che, nell’ambito del sistema CNA (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa), rappresenta gli interessi delle donne imprenditrici. È nata nel 1991 per “promuovere e sostenere l’imprenditoria femminile” e “rappresentare gli interessi e le tematiche dell’imprenditoria femminile nei confronti delle istituzioni, del Governo, della società civile e del mondo associativo”. È presieduta da Catia Olivetto e coordinata da Mariarosa Battan.

La Consigliera provinciale di Parità, pubblico ufficiale nominato con provvedimento del Ministero del Lavoro, si occupa “della promozione e controllo dell’attuazione dei principi di uguaglianza, di opportunità e non discriminazione per donne e uomini nel lavoro”.

La condizione della donna imprenditrice in Italia e in Turchia

La condizione della donna in Turchia è molto diversa da quella italiana e trevigiana. In Turchia lavora solo il 24% delle donne, circa 6,5 milioni.

In Turchia, degli iscritti alla Camera di Commercio solo il 6% sono donne. Eppure le donne studiano: all’Università le studentesse sono il 44% del totale (anno 2009/2010). Lo scoglio lì è il mercato del lavoro. Manca infatti una rete di servizi sociali che supporti la donna lavoratrice, a cominciare dagli asili, quelli pubblici insufficienti, quelli privati costosi. L’analfabetismo femminile, concentrato nelle vaste zone rurali dell’interno, è ancora elevato: il 12% delle donne turche non sa né leggere né scrivere.

La condizione della donna nel nostro Paese è più avanzata. Tuttavia non vanno valutati segnali preoccupanti che arrivano dal mercato del lavoro, con la crisi economica che ha espulso dai luoghi di lavoro tantissime donne e la recrudescenza di fenomeni che si pensava scomparsi come le dimissioni in bianco.

A Treviso, dall’inizio della crisi economica, il tasso di occupazione femminile è crollato di 10 punti, da 59% a 49%, scendendo sotto la media veneta (53%) e di poco sopra a quella nazionale (47%). L’obiettivo dello Strategia di Lisbona, del 75% di occupazione femminile e maschile nella fascia d’età 20-64, è dunque ancora lontano. Eppure, secondo la Banca d’Italia – se il tasso di attività femminile incrementasse di 10 punti percentuale, raggiungendo almeno la media dei Paesi UE, il PIL italiano crescerebbe del 7%. Altre stime, come quelle di Goldman Sachs, sono meno ottimistiche ma ugualmente significative: colmare il divario di occupazione uomo-donna peserebbe 2,1 punti percentuale sul PIL.

I dati sull’imprenditoria italiana e trevigiana sono ben diversi. In Italia il 16% delle donne occupate sono autonome, un dato sopra la media europea (10%). In provincia di Treviso, le imprenditrici donne sono il 26% degli colleghi uomini, 36 mila su 138 mila. Le imprese artigiane in rosa sono 7 mila contro le 28 mila gestite da maschi.

Il dato significativo è che le donne hanno voglia di fare impresa e che l’impresa in rosa in Italia e a Treviso è in aumento. Il tasso di crescita delle imprese in rosa in Italia, tra giugno 2010 e giugno 2011, è stato infatti più elevato del tasso di crescita media delle imprese: il +0,7% contro il +0,3%. Nella Marca Trevigiana, nello stesso arco temporale, le imprese femminili sono cresciute ancora di più: +1,71%, passando dalle 19.616 di giugno 2010 alle 19.952 di giugno 2011. Nel terzo trimestre 2011, ultimo dato disponibile, le imprese femminili registrate in Camera di Commercio di Treviso erano 20.027.

In provincia di Treviso, dove il rapporto tra imprenditori femmine sul totale è più alto della media regionale (il 26% contro il 25,8% nel 2010) ma più basso della media nazionale che è pari al 26,9%, le imprenditrici hanno retto meglio dei colleghi uomini la tempesta della crisi, perdendo solo 49 unità (nel 2008 erano 35.981, nel 2010 35.932) rispetto ai colleghi maschi che sono diminuiti di 2.387 (nel 2008 erano 104.753, nel 2010 102.366). (Fonte: Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso su dati Infocamere)


 

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