Sì a insediamenti produttivi ma non in territorio agricolo

A seguito del passo indietro sia di Ikea che di Colomberotto-Rotocart a investire nella Marca Trevigiana, e dei relativi attacchi mossi alle categorie produttive "fautrici del no", la CNA ribadisce la sua posizione in linea con quella contenuta nel documento unitario di programmazione territoriale sottoscritto dalle categorie economiche e dai sindacati e presentato al presidente Muraro.

«Ikea a Casale e il polo industriale a Barcon volevano insediarsi in area agricola. Il no delle categorie economiche e del sindacato, che sono per lo sviluppo e per gli investimenti, è stato su questo punto – spiega il direttore Giuliano Rosolen -. Bisogna infatti cercare una compatibilità tra tutela dell’ambiente e sviluppo industriale e commerciale ed è cosa possibile. Sottrarre altro terreno agricolo a una provincia già ipercementificata non è una scelta di programmazione territoriale lungimirante. Le aree destinate a produttivo e commerciale sono sufficienti. È doveroso che i nuovi insediamenti produttivi trovino collocazione in queste aree già destinate».

«Lo sviluppo, tanto meno ora, deve essere un ricatto – conclude il direttore della CNA -.Abbiamo tutti gli strumenti per impostare uno sviluppo sostenibile che faccia crescere l’economia e l’occupazione e allo stesso tempo salvaguardi l’ambiente e il paesaggio che sono anch’essi “beni economici”».


 

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