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«Sì ai nuovi insediamenti ma NON in zona agricola»
«Sviluppo sostenibile, incremento della produttività, lavoro e benessere, salvaguardia del territorio non sono interessi contrapposti ma strettamente legati: lo sviluppo a cui la Marca Trevigiana deve puntare deve essere non quantitativo ma qualitativo. Uno sviluppo sostenibile e qualitativo rende un sistema più competitivo e attrattivo, protegge l’ambiente, e dà lavoro. Interventi speculativi possono portare benefici a breve termine sul piano occupazionale ma il contributo di lungo termine allo sviluppo è illusorio. Chi è interessato a insediarsi e a far crescere il nostro territorio rispetta le regole e rispetta l’ambiente. E le istituzioni hanno il compito di indirizzare lo sviluppo e di vigilare sul rispetto delle norme che esse stesse si sono date».
Ne è convinto Giuliano Rosolen, direttore della CNA di Treviso, che ribadisce la posizione dell’associazione di categoria all’indomani dell’incontro sul PTRC al Sant’Artemio, in riferimento ai mega insediamenti commerciali e industriali che hanno la pretesa di insediarsi su porzioni di territorio vergine della nostra provincia.
«Siamo convinti che i nuovi insediamenti produttivi e commerciali debbano insediarsi in aree già destinate ad attività produttive, non su terreni agricoli – continua Rosolen -. È oltretutto un punto previsto dal PTPC, che abbiamo ribadito nel documento firmato dalle categorie produttive e dai sindacati. Sono opportunità che vanno colte ma senza piegarsi alla logica del degrado e del depauperamento del territorio che per troppo tempo ha accompagnato il nostro modello di crescita. Oggi, in tutto il mondo avanzato, si cresce in modo sostenibile e la Marca Trevigiana, che deve rafforzare la sua vocazione agricola e turistica, non può permettersi di svendere la propria risorsa più preziosa, il territorio».
«Se ci fosse la necessità di occupare terreno agricolo – aggiunge il direttore della CNA – bisogna farlo utilizzando lo strumento del credito edilizio, urbanistico e commerciale, ovvero liberando dal cemento e dalle destinazioni produttive e commerciali superfici di pari estensione in altre parti della provincia».
L’auspicio della CNA è che la Provincia di Treviso colga l’occasione delle richieste di insediamento nella Marca Trevigiana per indirizzare verso la sostenibilità e la qualità il nostro sviluppo, in accordo con le regole che già si è data.
«È evidente che non si tratta di un’operazione indolore – conclude Rosolen – ma indolore non è nemmeno l’alternativa: sospendere tutti i buoni propositi di sostenibilità e salvaguardia del territorio per far posto a nuovi interventi che a questi nuovi propositi non rispondono».