Sì all’impresa in un giorno, il Governo vari la riforma in tempi rapidi

Sì all’impresa in un giorno: il Governo vari la riforma in tempi rapidi. La Confederazione nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa (CNA) provinciale di Treviso accoglie con favore la proposta del ministro Tremonti di introdurre l’autocertificazione e controlli ex post per sfoltire la selva di adempimenti burocratici che scoraggia la voglia di intraprendere anche dei più volenterosi.

Come associazione di categoria, lo diciamo da tempo agli esecutivi di ogni colore politico: l’Italia ha bisogno di una rivoluzione copernicana che ribalti il ruolo della sua burocrazia, trasformandola da apparato formalista e invadente, dotato di potere autorizzativo, ad alleato dell’imprenditore (e del cittadino) responsabile, dotato prevalentemente di potere di controllo.

Saremo dunque a fianco di qualunque Governo che porti avanti, con coraggio, questa volontà di riforma.

Anche perché la burocrazia ha un costo per l’impresa, un costo che ogni anno brucia nella sola Marca Trevigiana oltre 235 milioni di euro. Risorse che potrebbero essere investite in cose ben più utili che in carte bollate.

Oggi, se un imprenditore vuole avviare un’attività sa che dovrà affrontare in media 75 adempimenti burocratici e coinvolgere 20 amministrazioni pubbliche. Alcuni esempi: per aprire una carrozzeria bisogna effettuare 76 pratiche coinvolgendo 18 amministrazioni pubbliche; per avviare l’attività di fotografo (ditta individuale) ne sono necessarie 55 e sono ben 22 le amministrazioni interessate; per far partire una società di costruzioni edili c’è bisogno di 73 adempimenti e sono 18 le amministrazioni che intervengono. Una montagna di autorizzazioni che ruba energie, soldi e tempo.

Tempo che, nell’economia globalizzata, è un fattore strategico. Rubare tempo all’impresa significa infatti erodere la sua competitività. Ed erodere la competitività d’impresa significa togliere chance all’intero Paese. Mettere di fatto un veto a chi ha voglia di intraprendere, che già deve affrontare mercati instabili, ricavi incerti e investimenti crescenti, significa deprimere la crescita.

La battaglia per la libertà d’impresa deve pertanto appartenere a tutte le categorie di lavoratori e a tutti i cittadini, non solo agli imprenditori. Ma deve essere una battaglia condivisa, non contesa. 

Per questo la CNA incoraggia il Governo a procedere su tale strada e allo stesso tempo lancia un appello perché non divida il Paese su un obiettivo così importante. L’adeguamento della Costituzione non deve essere un tabù, però non serve affatto modificare l’articolo 41 per rendere più competitiva l’impresa italiana. Non è infatti sul livello delle leggi fondamentali che bisogna intervenire, ma su livelli gerarchicamente inferiori, quelli della legislazione ordinaria e delle procedure amministrative. È necessaria, ad esempio, una normativa non più prescrittiva ma precettiva che impegni l’amministrazione pubblica esclusivamente nei controlli. Inoltre bisogna trasferire tempestivamente compiti istruttori a soggetti privati.

Se la devastante crisi economica porterà almeno la riforma della burocrazia italiana, più libertà di intraprendere e un nuovo rapporto tra lo Stato e i cittadini, non sarà passata invano.

Giuliano Rosolen

Direttore della CNA provinciale di Treviso


 

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