SOA, «Pericolosa distorsione del mercato. Abrogare l’obbligo per le imprese artigiane» La lettera di CNA e delle altre associazioni dell'artigianato al Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini

«L’obbligo della SOA per i contratti nelle costruzioni con valore superiore a 516 mila euro che beneficiano di incentivi fiscali rappresenta una barriera nei confronti delle imprese artigiane e una evidente lesione della libera concorrenza oltre ad essere un irragionevole aggravio burocratico».

Lo afferma Luca Frare, presidente di CNA territoriale Treviso, che da mesi raccoglie i malumori e le preoccupazioni delle ditte del comparto casa per questo nuovo obbligo tanto costoso quanto  inutile.

[Per legge, il costo per un’attestazione SOA parte da un minimo di  4.603,91 euro + Iva per una sola categoria in I° classifica (corrispettivi fino a 258.000 euro); ogni categoria di lavori che si aggiunga comporta un sovrapprezzo di circa 1.000 euro].

La lettera al Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini

Una protesta sfociata nella lettera che CNA, insieme a Confartigianato e Casartigiani, ha fatto arrivare nei giorni scorsi al Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, in cui si chiede l’abrogazione dell’obbligo che entra in vigore dal 1º gennaio, anche valutando l’opportunità di posticiparne l’efficacia attraverso un’apposita disposizione da inserire nel “decreto proroghe” di prossima adozione.

«Imporre alle imprese, anche operanti in subappalto, il possesso di una qualificazione rilasciata da appositi soggetti attestatori provocherà una decimazione del mercato – denuncia Mattia Panazzolo, direttore di CNA territoriale di Treviso -. A fronte delle 9 mila imprese che animano il comparto costruzioni nella nostra provincia, è cominciata la selettiva rincorsa alle sole 253 imprese dotate di una qualunque delle richiamate attestazioni. Una pericolosa alterazione del mercato, che ignora il fatto che nelle relazioni tra soggetti privati il meccanismo della libera trattativa economica assicura la selezione degli operatori più efficienti».

Il grave effetto distorsivo penalizza ingiustamente, dunque, le ottime ditte dell’artigianato.

La soluzione è un’altra: individuare i requisiti di accesso alla professione edile

«L’obbligo della SOA è una scelta del tutto inappropriata e suscita numerose perplessità in termini di efficacia – continua Panazzolo -. Le evidenze empiriche infatti non giustificano la trasposizione del sistema di qualificazione delle imprese dal settore pubblico a quello privato. Dopo oltre 20 anni di operatività, l’obbligo SOA negli appalti pubblici non ha dimostrato il raggiungimento dei declamati indici di qualificazione del mercato».

Inoltre l’obbligo SOA non è efficace per contrastare il fenomeno delle imprese fantasma. Peraltro, nel nostro ordinamento esistono già dispositivi (DURC, congruità, controlli, ecc.) in grado di rimediare alle condotte fraudolenti. È tempo di prevedere, piuttosto, un rigoroso sistema di verifica dei titoli volti ad autorizzare l’ingresso nel mercato. Da anni, le nostre organizzazioni chiedono una legge di regolamentazione del settore dell’edilizia. Per la CNA dunque la soluzione è un’altra: individuare dei requisiti di accesso alla professione edile che certifichino la professionalità della ditta, evitando che entrino nel mercato imprese improvvisate.  

Da ultimo, va tenuto presente come l’accesso al sistema dei bonus resti comunque subordinato al superamento di una serie di scrupolosi accertamenti, parte dei quali affidati a professionisti abilitati.


 

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