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Tavolo anti-suicidi in Prefettura, "Dalla Crisi usciremo più forti, insieme"
Il Prefetto di Treviso, Aldo Adinolfi, questa mattina, ha convocato in Prefettura le istituzioni e le parti sociali della Marca per affrontare insieme l’emergenza suicidi. Ieri si è ucciso l’ennesimo artigiano, il sessantenne Antonio Brunoro, di Valdobbiadene, titolare di una ditta di cartongesso, e questa emorragia di vite umane, che non ha uguali nelle altre province venete (forse Vicenza contende a Treviso il drammatico primato) preoccupa le istituzioni.
Amministratori locali, responsabili delle associazioni di categorie e del sindacato, le forze dell’ordine con compiti ispettivi e di vigilanza, i referenti delle Ulss che si occupano di disagio mentale, i rappresentanti di Abi (l’associazione delle banche), Agenzia delle Entrate, Equitalia, Veneto Sviluppo, i dirigenti di Inps, Inail, Direzione territoriale del Lavoro, la magistratura… tutti hanno potuto esprimere o ascoltare il disagio della popolazione, non solo imprenditoriale, e confrontarsi sulle azioni già messe in campo e sulle ulteriori risposte, urgenti, da dare alle persone.
Il Prefetto, in base alle richieste emerse, stilerà un documento con le richieste da mandare a Roma. A livello locale può, senz’altro, essere fatto ancora molto, ma è a livello centrale che si devono assumere i provvedimenti di rilancio dell’economia e di correzione delle storture che stanno mettendo in ginocchio il sistema, a cominciare dalle riforme mancate.
Dal Tavolo sono emerse le seguenti richieste:
– prorogare la moratoria sui debiti di impresa (in scadenza a fine marzo)
– pagamento subito di almeno 48 dei 70 miliardi di debiti contatti dalla PA con le imprese
– accelerare i processi di aggregazioni tra comuni per tentare di abbassare la pressione fiscale (tenendo presente che i risparmi di spesa a seguito di aggregazioni non saranno però immediati)
– effettuare le verifiche ispettive in azienda con molta sensibilità e umanità
– rifinanziare (da parte dello Stato principalmente) i fondi di prevenzione dell’usura (gestiti dai confidi) e i fondi rischi dei confidi (per i quali la Camera di Commercio di Treviso ha stanziato per il 2013 2 miliardi di euro)
– allentare il patto di stabilità che sta mettendo in ginocchio i comuni i quali per la prima volta quest’anno potrebbero avere difficoltà a pagare i dipendenti
– rivedere la Tares, di fatto una nuova patrimoniale, che a luglio dovrebbe entrare in vigore con ulteriori costi per le imprese
– sfoltire la selva di adempimenti burocratici a carico delle imprese che continuano ad aumentare anziché diminuire, con i relativi costi
Queste sono solo alcune delle priorità emerse dal Tavolo.
Il Prefetto ha chiesto a tutti coloro che hanno compiti ispettivi sulle imprese in materia di fisco, ambiente, sicurezza facciano il loro dovere con sensibilità e umanità tenendo conto delle difficoltà in cui si dibattono molti imprenditori.
Le associazioni di categoria hanno chiesto al rappresentante dell’Abi e di Veneto Sviluppo meno rigidità nell’accesso al credito: le imprese non possono morire per mancanza di liquidità, ogni impresa che chiude è un grave danno a tutto il territorio. Anche le banche – ha risposto l’Abi, ammettendo le politiche creditizie restrittive degli istituti di credito – hanno delle normative da rispettare dovendo mantenere uno specifico rapporto tra affidamenti e capitale (e nemmeno chi deve concedere credito se la passa bene: oggi Bankitalia ha chiesto alle banche italiane un’ulteriore ricapitalizzazione). Gli abusi verso gli imprenditori vanno comunque colpiti e il rappresentante dell’Abi ha chiesto alle associazioni di categoria di segnalarli puntualmente.
Commento del direttore della CNA Giuliano Rosolen: «Dalla crisi usciremo più forti, insieme. Buttare via la paura»
«Le istituzioni della provincia di Treviso sono vicine agli imprenditori, ai lavoratori, alle famiglie e ai cittadini che soffrono per la crisi economica. Sono vicine e lavorano insieme per tentare di uscire da questa situazione di difficoltà, da cui, siamo convinti, la Marca Trevigiana verrà fuori più forte, più consapevole delle sue potenzialità e anche dei limiti da correggere».
È il commento di Giuliano Rosolen, direttore della CNA provinciale di Treviso, a seguito del Tavolo convocato questa mattina in Prefettura dal Prefetto Aldo Adinolfi per individuare strategie comuni per fermare l’emorragia di imprenditori che si tolgono la vita.
«Tutti gli attori del territorio stanno facendo la propria parte e la condivisione degli sforzi è utile per essere ancora più efficaci negli interventi a fronteggiare l’emergenza – continua Rosolen -. Serve fare di più sul fronte del credito: le aziende hanno bisogno di liquidità; e poi hanno bisogno di pagare meno tasse e di avere meno spese per adempimenti burocratici che si sono inaspriti nonostante la crisi. C’è la necessità che la PA paghi subito le imprese, va prorogata la moratoria sui debiti d’impresa, bisogna rivede radicalmente la Tares, che così com’è congegnata di fatto è una nuova patrimoniale; va allentato il patto di stabilità dei comuni. Le priorità sono chiare, e il Prefetto si è impegnato a inviare le richieste del nostro territorio a Roma».
«Per il nostro Paese è finito un ciclo di sviluppo quantitativo e il nostro modello economico e sociale andrà necessariamente ripensato, bisognerà ricuperare valori, stili di vita, modelli di relazione più autentici – conclude Rosolen -. Ci troviamo nel mezzo di una fase di grande cambiamento e la sfida è raccoglierne le opportunità, buttando via la paura che ci blocca e ci toglie lucidità fino a farci pensare che è meglio farla finita. L’invito che faccio agli imprenditori è a tenere duro e guardare avanti. Quello che ci aspetta è nuovo, non peggiore. Le istituzioni ci sono, lavorano per loro e sono qui per supportarli in questa fase. Il cambiamento riguarda tutti, anche noi associazioni di categoria, impegnate a trovare nuove strade insieme ai nostri imprenditori».