Trimestre tonico per il manifatturiero trevigiano. Il quadro congiunturale di Unioncamere

Trimestre tonico per il manifatturiero trevigiano. Se nel primo trimestre dell’anno convivevano moderati trend di recupero con variazioni congiunturali negative, tra marzo e giugno il “passo” del manifatturiero trevigiano conosce meno esitazioni. Ciò è quanto emerge dalla consueta indagine congiunturale di Unioncamere Veneto, condotta in provincia su 323 imprese manifatturiere dai 10 addetti in su, che danno occupazione a 18.300 addetti.

Le variazioni congiunturali di tutti gli indicatori analizzati assumono infatti un’intensità decisamente importante, in parte da leggere anche come “rimbalzo” rispetto alle situazioni di negatività registrate nel trimestre precedente: la produzione cresce del +3,6%, il fatturato del +5,5% (dato sostenuto pariteticamente dalle vendite all’estero come dalle vendite sul mercato nazionale); crescono anche gli ordinativi: del +4,6% dal mercato interno, del +2,4% dal mercato estero.

La novità ulteriore, rispetto al trimestre precedente, è che per ciascuno di questi indicatori è netto anche l’addensamento dei giudizi verso indicazioni di aumento, o quanto meno di stabilità. Se nella prima parte dell’anno prevaleva una forte polarizzazione dei giudizi tra chi andava bene e chi andava male, nel trimestre in esame le indicazioni di aumento coinvolgono quasi sempre la maggioranza assoluta delle imprese intervistate: si va dal 54,3% per il fatturato, al 50,1% per gli ordini totali, al 48,5% per la produzione. A questa quota di giudizi si aggiunge un’altra parte del campione (oscillante tra il 22 e il 29% degli intervistati, a seconda degli indicatori) che fornisce quanto meno giudizi di stabilità.

Resta certo una quota di imprese, circa un quarto del campione, che non riesce ad agganciare questa nuova fase del ciclo economico (e si può pure presumere che tale quota sia sottostimata dall’indagine, per effetto di un’autoselezione nei rispondenti). Stando tuttavia allo sguardo d’insieme sui dati raccolti, emerge un clima decisamente più positivo, riscontrabile anche nelle microimprese 1-9 addetti (indagine parallela che Unioncamere Veneto affianca alla presente), e che inizia a riflettersi anche nei trend tendenziali.

Da segnalare in particolare la variazione tendenziale del fatturato su base annua, che sfiora il 3% (2,9% per l’esattezza) rispetto a quanto rilevato nel giugno del 2014. Dietro la quale si scopre un recupero tendenziale del fatturato interno (+3,1%) più intenso del fatturato estero (+2,3%): indicatore quest’ultimo che già beneficia di una dinamica storicamente più positiva, e che forse oggi è più esposto ad alcuni gradi di incertezza, a livello di scenario internazionale, come fa intuire la debole variazione tendenziale degli ordinativi esteri (+1,4%) e come poi si vedrà anche attraverso le previsioni sulla domanda estera.

Ad ogni modo, gli andamenti delle vendite e degli ordinativi stanno garantendo al manifatturiero trevigiano un portafoglio ordini medio di 44 giornate, in linea rispetto al trimestre precedente (43 gg.). Il legno mobilio ha una lunghezza del portafoglio di 34 giornate (29 lo scorso trimestre); il comparto dei beni di investimento viaggia invece sulle 76 giornate (stabile).

Sulla produzione, il buon andamento congiunturale non si riflette ancora su una variazione tendenziale analoga al fatturato. Si resta ancorati ad un +1,4%: cui però si associa una dinamica lievemente positiva dell’occupazione (+0,6% la variazione tendenziale) e, soprattutto, ad un recupero di 2 punti del grado di utilizzo degli impianti, che passa così dal 71,6% dello scorso trimestre all’attuale 73,6%.

Le previsioni per i prossimi tre mesi scontano il fisiologico rallentamento delle attività, atteso in concomitanza con le ferie estive. Confrontate tuttavia le attuali indicazioni con quelle raccolte un anno fa, emergono anche in questo caso saldi di giudizi meno “in rosso”, a conferma del diverso clima di fondo che stanno vivendo le imprese.

 

  • Sulla produzione, nel giugno del 2014, il saldo tra giudizi positivi e negativi era di -12,5, contro un saldo attuale di -6,8;
  • Sulla domanda interna, nel giugno del 2014 il saldo era di -16,5, oggi è di -8,9;
  • Sul fatturato, il saldo era di -9, oggi è di -6,6.

 

Resta da segnalare un’importante eccezione, rispetto a questo quadro previsivo. Per la domanda estera, le attese si fanno più caute: nel giugno 2014 il saldo tra giudizi restava in positivo (+8,2), oggi si colloca, di poco, in territorio negativo (-3,6). I dati di dettaglio svelano soprattutto attendismo negli operatori, in maggioranza orientati per la stabilità negli ordini dall’estero (51,2%). Il saldo negativo si origina perché a fronte di un 22,6% di imprese che prevede aumento nella domanda estera, un 26,2% ne teme invece una contrazione.

Probabilmente ha pesato nelle risposte anche il momento in cui le imprese hanno compilato il questionario, che ha coinciso con la fase acuta della crisi greca (per le possibili ripercussioni a livello macroeconomico). E’ in atto anche un importante ridimensionamento della crescita cinese. Come permangono le crisi geopolitiche in Russia e nel Mediterraneo. Diversi insomma i fattori che possono indurre gli operatori a maggiore cautela sul fronte estero. Cautela che poi può essere sconfessata in positivo dai dati reali sulle esportazioni, come è accaduto con la fotografia dell’export trevigiano ai primi tre mesi del 2015.

 

Tavola – Principali indicatori congiunturali dell’industria manifatturiera trevigiana

Tavola e Grafico – Previsioni degli imprenditori per il 3° trimestre 2015

Grafici


 

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