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Enrico, toccare l’anima del legno Restauratore ed ebanista, è specializzato in tarsie, restauro strutturale e wood cryptex
Enrico De Bortoli, 33 anni, restauratore ed ebanista. Di sé dice: «Attraverso la magia del legno esprimo me stesso». Raccontiamo la sua storia nell’ambito del progetto Artigiani Next Generation.
Si è laureato in Scienze Politiche a Padova perché voleva fare un lavoro di servizio alla comunità, «a contatto con le persone», come il magistrato o il poliziotto. Ma ha capito che quello lì non era il suo mondo. E così, dopo la laurea, si è iscritto alla Scuola per Tecnici del Restauro di Venezia, alla Giudecca. Ritrovando, tra colle, stucchi, legni, attrezzi, le note inconfondibili dei primi ricordi, quelli impressi indelebilmente nell’anima.
«Tutti quanti hanno una propria propensione e quando si è giovani si deve ubbidire a quella propensione – racconta Enrico -. Sì, è vero, mi sono laureato in Scienze Politiche però non era la mia strada al contrario dei lavori manuali: fin da bambino mi piaceva trasformare la materia e mi veniva naturale farlo».
DUE ESEMPI SIGNIFICATIVI: PAPÀ NATALE E MAMMA TERESINA
Enrico ha sempre avuto, sotto gli occhi, due esempi straordinari: papà Natale e mamma Teresina.
«Mio papà è uno che, a casa, ha sempre lavorato manualmente, con la saldatura, con il legno, con l’impagliatura e poi nei campi: è un vero tutto fare. Il suo esempio per me è stato un’ispirazione costante. Da lui ho acquisito l’abilità manuale e la solidità, da mia madre invece la creatività. Uno dei più bei ricordi che ho della mia infanzia sono i vestiti di carnevale che confezionava insieme a noi bambini».
Poteva anche ambire alla carriera diplomatica, Enrico, perché la testa ce l’ha. Ma il cuore era da un’altra parte e, quando si è accorto che non si può vivere una vita senza cuore, ha fatto inversione a “u” e ha ricominciato da capo. A 24 anni.
«MI PIACE IL CONTATTO CON IL LEGNO, MATERIA VIVA»
Oggi è già un restaurato ed ebanista affermato, richiesto sul mercato, con la fila di clienti dietro la sua porta, come accade agli artigiani artisti.
Vive a Vicenza con la moglie ma il suo LaboratorioEDERA (acronimo di: “Enrico DeBortoli Ebanista Restauratore Antichità), è a Trevignano, nel paese della famiglia d’origine. Lo ha aperto nel 2020, in pieno lockdown, dopo qualche anno di lavoro “sotto padrone” in ditte di restauri in Italia e all’estero.
«Spero di diventare più bravo possibile nel mio lavoro, di approfondirlo e di esprimere tutto quello che posso esprimere attraverso il mio lavoro e passarlo anche alle altre persone» dice Enrico, che è anche assistente di laboratorio nella sua scuola di restauro.
«Del mio lavoro mi piace in particolare il contatto con la materia: sentire come cambia con i miei gesti, attraverso le mie lavorazioni, sentire che è una materia viva, perché il legno muta, con l’umidità, con la temperatura… E poi mi piace vedere come lo hanno trasformato le altre persone, ad esempio nel restauro di oggetti antichi è fantastico vedere cosa sono riusciti ad ottenere con semplici gesti manuali…»
DIETRO OGNI OPERA C’È «LAVORO INFINITO E STUDIO»
La sua specializzazione sono le tarsie.
«L’intarsio non è più attuale, richiede molto tempo e molta dedizione, e sono scomparsi gli artigiani dediti a questa tecnica – confida -. Io voglio dedicarmi a questo tipo di decorazione».
La passione per l’antico, che richiede osservazione, studio e pazienza si scontra con i tempi affannati e precipitosi della nostra società, in cui sembra che tutto si possa ottenere facilmente con un click.
«Il restauro e l’ebanisteria hanno bisogno di molto tempo e l’epoca moderna non concede i tempi che servono alle lavorazioni – spiega l’artigiano – quindi ci viene richiesto di fare troppo di fretta alcune lavorazioni che richiederebbero più tempo».
«Mi preoccupa la perdita di cultura per comprendere le lavorazioni che faccio. Oggi quasi nessuno sa come si fa una tarsia, un restauro… E quindi tendono a pensare che sia semplice, in realtà dietro c’è un lavoro infinito e tanto studio».
Occupandosi anche di «restauro strutturale delle opere», viene chiamato in importanti cantieri in tutta Italia. Uno dei più prestigiosi è stato il restauro degli arredi di Gio Ponti del rettorato dell’Università di Padova.
IL SOGNO NEL CASSETTO: UN CO-WORKING DI RESTAURATORI
La pandemia non gli ha impedito di avviare la sua attività ma ha ritardato l’altro sogno nel cassetto: creare con altri professionisti del mondo del restauro un co-working.
«Il restauro ha molte specializzazioni, come la pulitura, il consolidamento strutturale e tutte le tecniche da utilizzare – spiega -. Mettersi insieme consentirebbe di attrarre lavoro, di ridurre i costi per i committenti e di avere per noi il giusto compenso».
E PER HOBBY I WOOD CRYPTEX
Ha un hobby speciale, Enrico: i wood criptex. Sono manufatti artistici “geniali” fatti di legno che si aprono attraverso delle combinazioni o dei codici.
Foto sulle pagine FACEBOOK e Instagram di Laboratorio EDERA.
Le foto sono di Alfonso Lorenzetto.
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